Il doppio dell'export e assunzioni
per le pmi che operano sulla piattaforma di Amazon. E' quanto
emerge da una ricerca di Nomisma condotta su un campione di 358
Pmi (Piccole e medie imprese). Quasi la metà delle realtà
produttive (precisamente il 47%) che effettuano le vendite dei
propri prodotti attraverso Amazon hanno inserito nuove figure
professionali tra la sua forza lavoro che "non avrebbe assunto,
senza la collaborazione" con il colosso dell'e-commerce. Le
competenze più richieste "riguardano la specifica conoscenza dei
sistemi 'e-commerce' (nel 62% dei casi), la logistica e la
gestione del magazzino (49%) e l'informatica (46%)", ma
l'ampliamento del bacino dei clienti via web, si legge nel
dossier, "comporta - per il 38% delle imprese - la necessità di
dotarsi di profili di lavoratori con una buona conoscenza delle
lingue straniere". Attualmente,
il 26% dei clienti delle aziende che vendono su Amazon è
localizzato in Paesi Europei diversi dall'Italia e il 5% nel
resto del mondo"; nel complesso, "la ricerca mostra che le
esportazioni sono raddoppiate", da quanto è stato attivato il
canale della multinazionale e il 74% degli imprenditori
intervistati "prevede un aumento delle proprie vendite nei Paesi
europei (extra Italia) nei prossimi 3 anni". Secondo il
responsabile dello Sviluppo territoriale ed economia sociale di
Nomisma Luigi Scarola, "anche se lo sviluppo commerciale
rappresenta il solo obiettivo perseguito consapevolmente da chi
utilizza i servizi della vetrina online", per le Pmi "utilizzare
Amazon costituisce un 'driver' importante di cambiamento
strategico ed organizzativo. Il 23,3% delle realtà produttive
che non aveva un marchio ad esempio, se ne è dotata a seguito
della collaborazione" con il colosso delle vendite online e
attualmente "il 53% delle imprese interpellate" ne possiede uno,
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