Il tessuto produttivo bresciano,
una delle aree più colpite dalle prime ondate Covid a livello
europeo, ha resistito alla pandemia. Lo mette in luce uno studio
dell'Università degli Studi di Verona, nel quale si evidenzia,
tra l'altro, che l'87% delle grandi aziende della provincia ha
concluso in utile il 2020, l''annus horribilis' per gli impatti
del virus anche a causa dei lockdown.
Il risultato positivo delle 'Top 500' società bresciane,
nell'anno più difficile da molti a questa parte, è sceso del 4%
rispetto al 2019, comunque a un totale considerevole di 1,9
miliardi. Questo gruppo di grandi e medie aziende ha registrato
anche un calo del 6% del fatturato complessivo a 40,8 miliardi,
mentre il margine operativo lordo (Ebitda) è sceso di 'solo' il
2,7%, segno che gli imprenditori hanno saputo mettere mano ai
costi operativi per limitare la perdita di redditività.
Lo studio è stato presentato da Silvia Vernizzi, professore
associato di Economia aziendale dell'ateneo veronese nel corso
dell'evento 'First. La città, le imprese, il capitale umano, la
sfida del Pnrr' organizzato a Brescia dal gruppo editoriale
Athesis dopo quelli di Verona e Vicenza, webinar che hanno
analizzato i bilanci delle prime 500 società dei tre diversi
territori.
Dopo aver tenuto nel difficile 2020, per l'anno scorso gli
imprenditori bresciani in genere stanno preparando "bilanci
molto buoni", aggiunge Alessandro Mazzetti, Partner di PwC
Italia, "nonostante qualche nuvola nell'ultima parte dovuta
soprattutto alla crisi degli approvvigionamenti e ai costi
dell'energia". Con l'88% degli imprenditori che ha comunque
"fiducia nei prossimi mesi", sottolinea PwC.
"Il Pnrr è una grande opportunità per tutto il territorio e da
subito ci siamo impegnati, insieme a Prometeia, per analizzare i
bisogni per le imprese", spiega Franco Gussalli Beretta,
presidente di Confindustria Brescia all'incontro on line del
quale l'ANSA è media partner. Tra i molti obiettivi,
l'associazione industriale bresciana punta sul sostengo
all'innovazione e sulla formazione di profili professionali
anche con spiccate competenze tecniche, necessarie al tessuto
produttivo.
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