Si è interrotta nella penultima
seduta dell'anno la progressione positiva di Piazza Affari.
L'indice Ftse Mib ha ceduto lo 0,37% a 27.344 punti, riportando
il rialzo dallo scorso 4 gennaio sotto la soglia del 23%
(+22,84% per l'esattezza), tra scambi per 1,3 miliardi di euro
di controvalore, in ulteriore calo rispetto al già debole dato
della vigilia. In lieve progresso a 134,3 punti lo spread tra
Btp e Bund tedeschi, con il rendimento annuo dei titoli
decennali in crescita di 5,9 punti base all'1,151%.
All'euforia della vigilia si sono sostituite oggi le prese di
beneficio, con molti operatori desiderosi di chiudere le loro
posizioni prima che la situazione possa degenerare con il
crescere dei contagi. A questo si è aggiunto il calo del
greggio per quasi l'intera seduta, salvo l'inversione di rotta
finale dopo le scorte Usa, che non ha favorito titoli pesanti
come Eni (-1%) e Saipem (-0,64%). Ma la peggiore è stata Nexi
(-1,31%), la cui fusione con Sia sarà attiva dal prossimo 1
gennaio. Segno meno anche per Exor (-0,96%), Atlantia e
Stellantis (-0,9% entrambe), Leonardo (-0,88%), Ferrari (-0,79%)
e Unipol (-0,69%). Ha perso meno rispetto agli altri titoli del
settore Stm (-0,48%).
Pochi i rialzi sul paniere dei grandi titoli, da Bper
(+0,77%), fresca di accordo sindacale e di rialzo della
prospettiva da 'stabile' a 'positiva' da parte di Moody's, in
caso di fusione con Carige (invariata). Bene Amplifon (+0,66%),
Campari (+0,63%) Italgas e Moncler (+0,53% entrambe) e Recordati
(+0,32%). Deboli Unicredit (-0,3%), Intesa (-0,29%) e Tim
(-0,28%). Poco variata Banco Bpm (-0,04%), contrastate Mps
(-0,49%) e Bps (+1,51%) dopo il via libera dei soci di
quest'ultima alla trasformazione in società per azioni. Tra i
titoli a minor capitalizzazione sprint di Beghelli (+20,64%) e
Caleffi (+4,58%), deboli Fidia (-3,31%) e Gabetti (-2,93%).
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