"Abbiamo ottenuto un risultato
importante, sviluppato dall'Italia: tutti i Paesi, compresi Cina
e India, hanno accettato di non arrivare a 2 gradi di
riscaldamento globale a metà secolo, ma a 1,5. Questo è un
risultato partito dal G20. Per firmare l'accordo loro hanno
chiesto di stabilire la tempistica di abbattimento del carbone.
Se avessimo fatto i duri e puri non avrebbero firmato e
avrebbero liberalizzato completamente le loro attività". Così il
ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ospite
di Radio24, commentando il risultato di Cop26. Il ministro si è
tuttavia detto "molto insoddisfatto" della parte finanziaria.
"Non sono convinto - ha sottolineato - che tutti abbiano capito
l'importanza della solidarietà", perché per i Paesi più in
difficoltà "dal 2015 erano stati promessi 100 mld l'anno, ma non
ci siamo ancora arrivati, forse quest'anno li sfioreremo".
Quanto al contributo dell'Italia "da mezzo miliardo - ha detto -
quest'anno abbiamo triplicato le nostre cifre". Riguardo le
critiche degli attivisti Cingolani ha spiegato che "ci troviamo
di fronte a problemi di portata storica. Le soluzioni non sono
semplici, sono cose complicatissime", "194 Stati che per 2
settimane si chiudono in una stanza, per trovare una soluzione,
è democrazia, non è 'bla bla bla'". In ultimo il ministro ha
ribadito l'importanza di una transizione equilibrata, perché "se
si fa troppo in fretta si fanno 'vittime' in senso sociale", ma
se non si fa, ha avvertito, "le vittime le facciamo sul serio,
perché ci sono catastrofi climatiche incombenti".
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