A pochi giorni dal cda di Tim
che farà il punto sulla strategia del gruppo si apprende che
l'Antitrust Ue dovrebbe approvare senza condizioni l'operazione
di Cassa Depositi e Prestiti e del fondo australiano Macquarie
su Open Fiber. L'accordo raggiunto con Enel prevede che Cdp
aumenti la sua quota al 60% e che il fondo australiano entri con
il 40 per cento.
La decisione ufficiale della Commissione europea è attesa per
mercoledì 10 novembre, proprio alla vigilia del cda di Tim
convocato su richiesta di Vivendi che, delusa dai risultati,
vuole vedere un'accelerazione sul piano industriale.
Questo ha messo in allarme i sindacati. "Sono di questi
giorni le notizie di una recrudescenza delle turbolenze
societarie, probabilmente legate anche alla paralisi del
processo di convergenza fra le reti di TIM ed Open Fiber alla
base del memorandum del 2020. Una paralisi che sta facendo
fiorire una serie di ipotesi sul futuro dell'azienda, l'una più
fantasiosa dell'altra ma, soprattutto, tutte completamente
inadeguate a portare a termine la realizzazione di una
infrastruttura in fibra unica, pervasiva di tutto il territorio
nazionale ed inclusiva" scrivono i segretari generali di Slc
Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil rinnovando al ministro Giancarlo
Giorgetti la richiesta "di una celere convocazione del tavolo
ministeriale" e preannunciando "nel caso si prolungasse questo
atteggiamento dilatorio ed autoreferenziale da parte del
Governo, una pronta mobilitazione del settore".
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