Non si colma la distanza tra
Unicredit e il Tesoro sull'operazione Monte dei Paschi di Siena
con la partita che resta incerta e i prossimi giorni che sono
decisivi. Il negoziato "potrebbe anche saltare", viene ribadito
in queste ore da alcune fonti mentre altre rilevano che "alla
fine si farà" e che "è normale" che nel momento cruciale "salga
la tensione". Quel che è quasi certo, secondo quanto si
raccoglie, è che un punto fermo lo si metterà entro il 27
ottobre, giorno in cui peraltro è convocato il cda della
trimestrale di Unicredit.
Oltre a quanto capitale iniettare nel Monte con una
forchetta che oscilla tra 5 e più di 7 miliardi (la richiesta
di Orcel), a fare arenare il negoziato sarebbe ancora il tema
del perimetro. Le pre-condizioni di fine luglio sono chiare.
Unicredit è disposta prendere Mps, oltre che a impatto
zero sul capitale, ripulita dai rischi legali, senza npl (da
cedere ad Amco), senza le società prodotto (Mps leasing &
Factoring, Mps fiduciaria, Mps Capital services). Tra i nodi da
definire quello degli esuberi, che potrebbero ammontare a 6-7
mila persone, con un costo stimato fino a 1,4 miliardi.
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