Le trimestrali delle banche
statunitensi in genere sopra le attese degli analisti e la
tenuta abbastanza agevole del prezzo del petrolio sopra gli 80
dollari al barile hanno spinto le Borse internazionali: in
Piazza Affari l'indice Ftse Mib ha concluso in crescita
dell'1,23% a 26.277 punti, l'Ftse All share in rialzo
dell'identico 1,23% a quota 28.852.
Ma sono tutti i mercati azionari del Vecchio continente che
hanno mostrato buona salute, con una chiusura generale in chiaro
rialzo: Francoforte ha concluso in aumento dell'1,4%, Parigi
dell'1,3%, mentre Londra si è mantenuta più cauta con una
crescita finale dello 0,9%.
A Milano andamento nettamente controcorrente per Leonardo: dopo
la forte corrente di vendite a meno di due ore dalla chiusura,
il titolo ha concluso in calo 7% a 6,66 euro sulle ipotesi che
Boeing abbia riscontrato dei problemi sulle forniture del suo
787 Dreamliner, la cui fusoliera è realizzata dal gruppo
italiano.
Ma Piazza Affari, che ha guardato anche al differenziale tra Btp
a 10 anni e Bund tedeschi in ribasso a 102 punti base, è stata
sostenuta dal settore del credito, dove ha spiccato il Banco Bpm
cresciuto del 4,3% a 2,8 euro dopo il 'buy' assegnato da
Jefferies con una target price a quota 3,5. Molto bene anche
Fineco (+3,7%), con Nexi in crescita del 2,7%.
Nel comparto energia, acquisti sia su Enel (+1,6%) sia su Eni
(+1,3%), mentre tra i finanziari hanno chiuso piatte Generali e
Unipol, quest'ultima limata di qualche frazione. In rialzo
finale dello 0,1% Cnh dopo aver segnato in corso di seduta i
cali più consistenti tra i titoli principali di Milano. Invece
nel paniere a bassa capitalizzazione piatta Mps a 1,1 euro,
mentre ha chiuso in calo dell'1,6% Carige a quota 0,65.
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