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Arriva la delega fiscale, spunta anche il capitolo Iva

Dall'Irpef all'Irap raccolti gli input delle Camere. Resta il nodo catasto

Revisione delle aliquote Irpef, con attenzione al ceto medio, abolizione dell'Irap e, con ogni probabilità anche un intervento sulle aliquote Iva. Arriva dopo mesi di gestazione la delega per riscrivere il sistema del prelievo fiscale, e adeguare la cornice normativa per un nuovo fisco più semplice e '4.0'. Anche la lotta all'evasione dovrebbe essere oggetto di una risistemazione per rendere più efficaci gli strumenti in mano all'Agenzia delle entrate ma il pacchetto legato alla privacy - e quindi alla possibilità dell'amministrazione di usare appieno l'incrocio delle banche dati - potrebbe avere bisogno di ulteriori approfondimenti. Le ultime decisioni dovrebbero arrivare domani alla cabina di regia che il premier Mario Draghi dovrebbe presiedere prima del Consiglio dei ministri chiamato a dare il via libera a una delle riforme "di accompagnamento" del Recovery plan. La delega era stata promessa in un primo momento entro il mese di luglio, poi era slittata a settembre e poi ancora a dopo le amministrative. E c'era chi scommetteva che il progetto per la riforma del fisco non sarebbe arrivato prima dei ballottaggi, invece a urne chiuse il premier ha deciso l'accelerazione. Anche la riscossione potrebbe viaggiare su un canale a sé, per rispettare tra l'altro i tempi del Parlamento che voterà solo mercoledì, nelle due commissioni Finanze, un parere sulle linee della riforma ipotizzate dal Mef. Nel frattempo nella delega potrebbe essere però inserito il trasloco dell'agenzia della Riscossione, nata dal superamento di Equitalia, all'interno dell'Agenzia delle Entrate, per semplificare il sistema e rendere più fluide le attività di accertamento e riscossione.

Sempre in bilico rimane il catasto, con Lega e Forza Italia (insieme a Fratelli d'Italia) sulle barricate per fermare qualsiasi intervento sulla casa, ma Draghi ha annunciato pubblicamente, con a fianco il ministro dell'Economia Daniele Franco, che la riforma ci sarà. E l'idea sarebbe quella di promuovere intanto il completamento della revisione degli estimi catastali e di rimandare a un secondo momento le scelte sulla revisione della tassazione, in un percorso che avrebbe bisogno almeno di 3 anni per compiersi. La delega in ogni caso dovrebbe essere molto "larga", il più possibile generica per lasciare spazio ai gruppi parlamentari di dare le loro indicazioni che poi spetterà al governo tradurre in decreti attuativi, con le prime novità che non entreranno in vigore prima del 2023. Per la revisione dell'Irpef - che dovrebbe vedere un anticipo già in manovra - si dovrebbe privilegiare un intervento che alleggerisca il peso del fisco sul terzo scaglione, tra i 28mila e i 55mila euro che ora sconta un salto di 11 punti rispetto al secondo scaglione e un'aliquota del 38%. Il sistema con cui procedere al taglio delle tasse (aliquota continua modello tedesco, che piace a Pd e Leu, o riduzione degli scaglioni caldeggiata dal M5S) sarà deciso però solo coi decreti delegati. Quanto all'Irap, le Camere si sono espresse per una sua abolizione (e c'è chi come Iv preme per avviarla già con la legge di Bilancio) ma andranno risolte alcune criticità come il rischio di ritrovarsi con un'aliquota troppo alta e poco competitiva se venisse assorbita nell'Ires o ne diventasse una addizionale.

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