Il Piano nazionale di ripresa e
resilienza, "il Pnrr, è la parola d'ordine. Nella fase della
pandemia le banche ci sono state, in particolare la nostra per
fornire supporto e dare aiuto a chi ne ha avuto bisogno. Nelle
fase emergenziali bisogna aiutare tutti. Non è possibile
discriminare. Con il Pnrr invece bisogna scegliere le politiche
di sviluppo" guardando alle politiche sociali e in particolare
all'importanza del Terzo settore. Così Marco Morganti,
responsabile della direzione Impact di Intesa Sanpaolo, parla
del tema al centro del road show 'Noi Ripartiamo', organizzato
da Prossima (la struttura di Intesa Sanpaolo dedicata
all'economia 'sociale'), che oggi fa tappa a Roma.
"Il Terzo settore ha subito un colpo molto forte dalla crisi,
ma è anche stato una forza su cui il Paese ha potuto contare per
la ripartenza; occorre anche reinventarsi e innovare - rileva
Morganti - ora l'obiettivo è guardare al futuro, a quelle che
saranno le linee guida dello sviluppo, del ritorno alla
normalità e a una crescita diversa. Per poterlo fare il credito
è importante per incoraggiare e indirizzare il non profit a
migliorare la propria sostenibilità".
"La Banca, le realtà non profit, gli esperti e le personalità
istituzionali impegnati a progettare la nuova agenda del non
profit italiano - osserva - accompagnano il Terzo settore a
essere protagonista del Pnrr e alla ripresa del Paese". Nel
Piano "sono contenuti gli elementi essenziali, e c'è una cosa
che colpisce l'attenzione: il grande peso che è stato dato al
terzo settore. Ma l'attenzione dei decisori mi pare sia
abbastanza concentrata questa volta. Il Terzo settore è chiamato
a rinnovarsi" guardando ai "dati, la loro gestione e la loro
valorizzazione. Questo mondo rappresenta un sistema che genera
dati a una velocità vertiginosa".
"Si possono accendere due semafori: uno rosso e uno verde -
conclude - quello rosso" ci parla di "sicurezza e privacy", e
"vogliamo che diventi verde; il semaforo verde, la seconda fase,
ci incoraggia a giocare in attacco: questi dati potrebbero
generare grandissimo valore che il terzo settore può convertire
in crescita. Allo stesso modo si potrebbe organizzare meglio il
flusso di questi dati".
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