Diminuisce il numero di sigarette
illecite in Italia rispetto al 2018: da 5,5 a 3,9 ogni 100 (dato
2019). È la stima contenuta nella quarta edizione dello studio
"Il commercio illecito di prodotti del tabacco e sigarette
elettroniche in Italia. Tra vie tradizionali e piattaforme
online, nell'anno della pandemia un fenomeno in evoluzione",
curato da Intellegit e realizzato con il contributo di British
American Tobacco Italia.
Lo studio sottolinea come si tratti del dato più basso degli
ultimi anni, con il nostro Paese che si colloca al 23° posto tra
gli Stati europei. Classifica che vede in testa la Grecia, con
più di 22 sigarette illecite ogni 100 fumate, seguita da Irlanda
e Lituania con più di 17 sigarette illecite. Tuttavia il
contrabbando sta ampliando il suo raggio di azione per via della
crescita dei prodotti di nuova generazione, come sigarette a
tabacco riscaldato ed elettroniche: quattro fumatori su 10 hanno
acquistato liquidi per sigarette elettroniche da rivenditori non
autorizzati.
Nello specifico, lo studio indica come una sigaretta illecita
su tre in Italia sia una "illicit white". Si tratta di marchi
prodotti lecitamente in Paesi extra Ue, ma destinati soprattutto
al mercato illecito nei Paesi dell'Unione Europea. Categoria che
nel 2019 ha rappresentato in Italia il 36,4% del totale. Inoltre
il 31,4% di questa tipologia non riporta informazioni specifiche
relative al Paese di origine, mentre il 26,1% risulta provenire
da "duty free". Analizzando il triennio 2018-2020, emerge come i
pacchetti di origine non domestica provengano principalmente dal
canale duty free (42,9%), seguito da Slovenia (30,3%), Spagna
(8,5%), Ucraina (7,5%), Albania (7,1%) e Romania (4,7%).
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