I timori d'inflazione si riprendono
la scena sui mercati e dopo aver affondato le Borse asiatiche,
zavorrano anche i listini del Vecchio Continente con Francoforte
che cede l'1,3%, Londra l'1,1%, Parigi l'1% e Milano lo 0,9%. Si
appesantiscono anche i future su Wall Street, con il Nasdaq in
ribasso dell'1,2% e l'S&P 500 dello 0,8%.
Nel Vecchio Continente, dove la Bce ha messo in guardia
contro i rischi di brusche correzioni sui mercati, soffrono i
titoli delle materie prime, i semiconduttori e quelli del
leisure, come alberghi e tour operator. In rialzo generalizzato
i rendimenti dei titoli di Stato, a partire dal Treasury
americano (+2 punti base). Il btp decennale si mantiene
all'1,118% con uno spread sul bund tedesco fermo a 121 punti
base. "Il dibattito sul fatto che il rimbalzo dell'inflazione
sia transitorio o duraturo potrebbe non finire presto e tenere i
mercati nervosi durante l'estate" afferma lo strategist di
Barclays, Emmanuel Cau.
A Piazza Affari soffrono gli industriali e le auto con Cnh
(-2,5%), Buzzi Unicem (-2,5%), Pirelli (-2,1%), Stm (-1,7%),
Stellantis (-1,6%) e Ferrari (-1,5%). Debole Tim (-1,2%) in
attesa dei conti, male i petroliferi Eni (-1,2%) e Saipem
(-1,3%) in scia al petrolio. Contengono i ribassi i bancari con
Unicredit (-0,2%) e Intesa (-0,4%) mentre Banco Bpm continua a
muoversi controcorrente (+1,3%), in attesa che il governo
definisca gli incentivi alle fusioni nel decreto Sostegni bis.
Fiacca Mediobanca (-0,5%) all'indomani dell'aumento della quota
di Leonardo Del Vecchio. Si salvano dalle vendite anche Amplifon
(+0,6%), Poste (+0,3%), Italgas (+0,3%) e A2A (+0,1%). Fuori dal
Ftse Mib tonfo di Technogym (-7,8%) e scivolone di Mps (-3,5%).
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