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A.Mittal: dietrofront,azienda comunica ripartenza impianti

++ A.Mittal

A.Mittal: dietrofront,azienda comunica ripartenza impianti

Un passo indietro rispetto alle anticipazioni

TARANTO, 20 marzo 2021, 15:58

Giacomo Rizzo

ANSACheck

Arcelor Mittal - RIPRODUZIONE RISERVATA

Arcelor Mittal - RIPRODUZIONE RISERVATA
Arcelor Mittal - RIPRODUZIONE RISERVATA

ArcelorMittal va in pressing su Invitalia contestando il mancato versamento dei 400 milioni pattuiti nell'accordo di partnership del 10 dicembre scorso e annunciando una "riduzione dei livelli di produzione e un rallentamento temporaneo dei piani di investimento", fino a quando l'Agenzia controllata dal ministero dell'Economia "non adempierà agli impegni presi". Poi, dopo qualche ora, fa un parziale dietrofront e comunica alle organizzazioni sindacali la ripartenza di alcuni impianti dello stabilimento: la ripresa a pieno regime dei tre Altiforni, il riavvio di 'Treno nastri 2' e 'Acciaieria 1', e il richiamo del personale necessario dalla cassa integrazione. I reparti 'Pla/2' (Produzione Lamiere) e 'Tubificio Erw' sono attualmente fermi, spiegano i sindacati, e nei prossimi giorni sarà valutata dall'azienda la possibile ripartenza.

Il nodo della questione riguarda l'impegno di Invitalia che avrebbe dovuto versare entro il 5 febbraio la somma dovuta per l'aumento di capitale, e rispettare "una serie di altre misure per sostenere gli investimenti della società", spiega Am Invest Co Italy, la società di veicolo di ArcelorMittal che ha in gestione gli impianti dello stabilimento siderurgico. Ciò non è avvenuto, denuncia la multinazionale che già nei giorni scorsi aveva manifestato l'intenzione di rivolgersi per un arbitrato alla International Chamber of Commerce. Ora la presa di posizione si è fatta più netta e mina alla base l'accordo che prevede, con il versamento dei 400 milioni, l'ingresso della società del Mef al 50% (per poi salire al 60%) nella compagine azionaria di Am Invest Co Italy.

Il matrimonio tra pubblico e privato sembra avviato verso una crisi. Le sigle metalmeccaniche parlano di "azienda nel caos" e invocano un intervento del governo per fare chiarezza. Quanto al rallentamento degli investimenti, le aziende dell'appalto hanno appreso di una "possibile fermata dei cantieri per i lavori ambientali nel Siderurgico". Lunedì prossimo una delegazione di Confindustria Taranto incontrerà il prefetto Demetrio Martino per fare il punto sui ritardi nel pagamento delle fatture, ed è previsto un sit-in sotto Palazzo del Governo. Fonti vicine al dossier ex Ilva riferiscono inoltre che ArcelorMittal a febbraio non ha versato ad Ilva in amministrazione straordinaria il pagamento anticipato della rata del canone di fitto impianti per il trimestre febbraio-aprile, circa 25 milioni di euro.

Per il segretario generale della Fim, Roberto Benaglia, "i comportamenti di Governo, azienda ed enti locali stanno portando alla chiusura il polo siderurgico di Taranto". Sono "chiare - afferma Francesca Re David, segretaria generale Fiom Cgil - le responsabilità di Invitalia e del Governo per i ritardi sul completamento degli assetti societari e sul rilancio industriale e ambientale del sito, ma ciò non legittima il comportamento di ArcelorMittal". Come si "può continuare - attacca il leader della Uilm, Rocco Palmbella - a giocare così sulla pelle di migliaia di lavoratori e lasciare allo sbando un settore così strategico per la produzione di acciaio in Italia? La situazione sta diventando insostenibile e certamente noi non resteremo a guardare".

   

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