L'arrivo del Covid ha colpito
duramente anche il settore della birra per cui esiste un prima e
un dopo pandemia. Nel 2020, in sei mesi, sono stati persi 1,6
miliardi di euro di valore condiviso, con una perdita di circa
21mila posti di lavoro lungo l'intera filiera, soprattutto nel
settore del fuori casa. I dati che fotografano l'andamento del
settore nel 2019 e nei primi sei mesi del 2020 sono stati
diffusi dall'Osservatorio Birra con la presentazione del quarto
Rapporto "La creazione di valore condiviso del settore della
birra in Italia", realizzato da Althesys.
Per calcolare il valore condiviso lo studio ha analizzato
tutte le fasi della filiera della birra (approvvigionamento
materie prime, produzione, logistica, distribuzione e vendita),
considerando gli effetti diretti (valore aggiunto, contribuzione
fiscale, occupazione) delle attività dell'industria birraria
italiana, quelli indiretti e indotti, le ricadute degli
investimenti pubblici.
Da marzo a giugno 2020 la produzione ha subito una battuta
d'arresto del -22%, con picchi, tra marzo e maggio, del -30%, e
una timida ripresa a luglio (+8%) e agosto (+2%). Di riflesso,
anche il valore condiviso è crollato, nel primo semestre 2020,
del -22,7% (circa 900 milioni di euro) rispetto al primo
semestre 2019 e del -34,2% rispetto al potenziale stimato (quasi
1,6 miliardi di euro), visto che i primi due mesi dell'anno
seguivano il trend positivo degli ultimi anni, registrando un
aumento della produzione del +7 e del +12%. La perdita di quasi
1,6 miliardi di euro (1.564) va a penalizzare soprattutto
distribuzione e logistica, con l'Ho.Re.Ca. che da sola perde
1.373,9 milioni di euro. Il che significa anche 21.016 posti di
lavoro persi lungo la filiera.
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