Cosa sono le Fondazioni di origine bancaria, oggetto misterioso e spesso poco conosciuto ai non addetti ai lavori e il ruolo che questi corpi intermedi possono e dovrebbero svolgere nel futuro del Paese. Ne hanno parlato Andrea Greco e Umberto Tombari, autori del saggio uscito per Bompiani "Fondazioni 3.0. Da banchieri a motori di un nuovo sviluppo" che viene presentato nel pomeriggio a Milano al Museo Nazionale di Scienze e Tecnologia Leonardo da Vinci.
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Messina, potenziale fortissimo, sono pilastro - "Il potenziale delle Fondazioni è altissimo e fortissimo credo che realmente possano essere un pilastro dell'economia e del sociale". Lo ha detto il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, nel suo intervento alla presentazione del saggio "Fondazioni 3.0, da banchieri a motori di un nuovo sviluppo" di Andrea Greco e di Umberto Tombari. "Le fondazioni hanno valore strategico e un potenziale fortissimo cresciuto in questa situazione emergenza", ha aggiunto. "Non avremmo potuto raggiungere questi risultati se non avessimo avuto le fondazioni come azionisti che hanno una visione ai risultati di medio lungo periodo e che danno serenitá al management. Le fondazioni hanno un ruolo strategico come azionisti" della banca e hanno contrinuito a "farci diventare leader in Europa". "Intesa Sanpaolo - aggiunge - è l'esempio di come contemperare le esigenze di investitori stabili come le fondazioni con quelle di soci meno stabili come gli investitori internazionali. Sono diventato a.d. di Intesa Sanpaolo dopo una lunga carriera interna con l'appoggio" del professor Bazoli e dell'avocato Giuseppe Guzzetti. "All'epoca- ricorda - era una banca ben gestita con un forte posizionamento interno ma non era leader in Europa. Insieme al management team ho fatto diventare Intesa non solo una banca italiana forte in Italia ma leader in Ue, la seconda dell'Eurozona. Lo siamo - rileva - diventati perchè gli investitori internazionali ci hanno dato fiducia. Questi considerano il management team tra i migliori d'Europa.
Guzzetti, ci volevano fare fuori, siamo più forti - E' finita una fase ma dobbiamo partire da qui. Sono stati 30 anni di innovazioni. In tanti negli anni passati siamo stati impegnati a salvare le fondazioni. Si tentò di farle fuori. La natura privata e l'autonomia degli enti" sono oggi punti fermi". Lo ha affermato Giuseppe Guzzetti, già Presidente Fondazione Cariplo e Acri, nel suo intervento alla presentazione del saggio "Fondazioni 3.0, da banchieri a motori di un nuovo sviluppo" di Andrea Greco e di Umberto Tombari. "Devono passare da una legge costituzionale se le vogliono toccare. Oggi le fondazioni - prosegue -sono in una situazione favorevole non solo perché la loro presenza è forte e radicata ma perché oggi abbiamo un rinnovo quasi totale degli amministratori e questa nuova classe dirigente è in condizione di portare avanti" il ruolo e le funzioni degli enti. "Possono alzare il livello", aggiunge Guzzetti sottolineando che "rafforzando il ruolo delle fondazioni si rafforza la democrazia".
Fosti, servono nuove formule aiuto a persone - "Oggi dobbiamo avere, sul fronte filantropico, la capacita di leggere i cambiamenti che sono in corso nella vita quotidiana rispetto ai quali dobbiamo trovare nuove formule per generare dinamiche comunitarie per sostenere le persone". Lo sottolinea il presidente della Fondazione Cariplo, Giovanni Fosti alla presentazione del saggio "Fondazioni 3.0. Da banchieri a motori di un nuovo sviluppo" di Andrea Greco e Umberto Tombari. "Al tempo stesso bisogna tenere presenti che gli investimenti reggono perché sotto c'è un motore comunitario" aggiunge Fosti indicando che "sono gli investimenti di missione su cui le fondazioni si devono concentrare",
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