Per il Coronavirus il 52% delle aziende bergamasche non ritiene di poter continuare la propria attività se non riceverà immediatamente un supporto dal Governo o più in generale dalle istituzioni. Lo afferma il primo Osservatorio mensile di Confindustria Bergamo sull'impatto dell'emergenza: tra le altre, il 32% pensa di resistere al massimo un anno e solo il 4% che ritiene di potercela fare comunque. L'84% delle imprese ha già chiesto o richiederà la cassa integrazione al massimo entro sei mesi. Tra le imprese delle Bergamasca che hanno chiesto o si stanno apprestando a chiedere la Cassa integrazione, una su due (il 48%) la attiverà per il 70-100% dei propri dipendenti.
"Questa indagine integra altre simulazioni che stiamo realizzando ormai da qualche settimana - commenta Stefano Scaglia, presidente di Confindustria Bergamo - e alcune evidenze sono preoccupanti, anche gravi in certi casi. Ma ci sono anche alcuni aspetti che ci confortano e che ci motivano ulteriormente a proseguire nelle nostre azioni affinché nessun player venga abbandonato. Per garantire ossigeno alle imprese, è urgente che il sistema creditizio sia ridiscusso e che i parametri per valutare i prestiti siano stravolti: burocrazia e valutazioni con il 'bilancino' devono lasciare il campo a strumenti nuovi e ad approcci solidaristici da parte dello Stato e della Bce".
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