Con un +4,61% a 6,35 euro per il titolo di Poste in Borsa, in una giornata in calo a Piazza Affari (-1,09% l'indice Ftse Mib), il mercato scommette sull'ipotesi di una extracedola. E' emersa da indiscrezioni di stampa nel fine settimana come piano alternativo al previsto collocamento di una seconda tranche da parte del Tesoro (le azioni apri a circa il 30% che ha ancora in portafoglio).
  Un dividendo straordinario di Poste - ipotesi che non trova conferme ufficiali e che si profila come una sorta di 'piano B' senza che sia già stata presa alcuna decisione - permetterebbe al Tesoro di 'liberarsi' della quota con una ulteriore cessione alla Cassa Depositi e Prestiti, che dalla distribuzione straordinaria di utili ai soci incasserebbe le risorse necessarie per finanziare l'operazione.
  In audizione presso la Commissione Industria del Senato l'a.d di Poste, Francesco Caio, conferma che il dividendo ordinario rispetterà quanto comunicato al mercato: una distribuzione dell'80% dell'utile netto, dopo "un triennio di crescita" per "ricavi, utili e generazione di cassa". Le mosse sul capitale le decide l'azionista e non il management, precisa il capoazienda, indicando comunque che "l'azionista-Stato sta valutando come, quando e quali sono le modalità per ulteriori ed eventuali evoluzioni della compagine azionaria".
  Precisa poi che in ogni caso il collocamento della quota in mano al Tesoro non comporta effetti sulla strategia aziendale.
   Su altri fronti, Poste - annuncia Caio - utilizzando risorse di Poste Vita (che "investe l'80% delle riserve tecniche in titoli di Stato") dopo averne già parlato con il Governo è nelle condizioni di poter investire "a breve" fino a sei o sette miliardi "per progetti che muovano l'economia reale del Paese, con il finanziamento di grandi progetti infrastrutturali". E non è disponibile ad alcun impegno finanziario per Alitalia: "No", è la risposta secca dell'amministratore delegato di Poste Italiane.Â
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