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Mediaset, match Vivendi vale un miliardo

Le tappe di un matrimonio mancato, ora ipotesi è causa per danni

Oltre tre anni di analisi delle rispettive 'doti', un accordo senza la previsione di penali che prefigurava un'alleanza europea nelle pay tv, scambio azionario del 3,5% tra capogruppo con ingresso nei rispettivi Cda, valutazione di Premium di oltre 700 milioni, ora una possibile causa per danni da parte del Biscione che potrebbe superare abbondantemente il miliardo.

Queste le tappe del matrimonio ampiamente annunciato tra Mediaset e Vivendi, fino alla rottura.

- 10 FEBBRAIO 2014. E' ufficiale l'acquisizione per 605 milioni da parte di Mediaset Premium dei diritti in esclusiva in Italia per la trasmissione della Champions league 2015-2018, diritti storicamente in mano a Sky. Da tempo diversi gruppi televisivi guardano a Premium, compresi Al Jazeera e Canal+, controllata Vivendi, con accesso alla 'data room' della pay tv del Biscione.

- 13 NOVEMBRE 2014. Mediaset scorpora la pay tv: Mediaset Premium diventa indipendente con Telefonica (che aveva acquistato la quota al tempo della vicenda della spagnola Digital Plus) confermata all'11,11% e Rti (società del gruppo del Biscione) che controlla il restante 88,89%. Alla nuova società viene conferito il ramo d'azienda costituito dal complesso delle attività pay tv e in particolare 267 dipendenti tra dirigenti, impiegati, tecnici e giornalisti (circa 40). Più i debiti, mai conteggiati ufficialmente.

- PRIMAVERA 2015. Pier Silvio Berlusconi, 'creatore' di Premium anche per contrastare il monopolio Sky, dice che sulla pay tv "non siamo venditori, siamo aperti a partnership di minoranza" mentre l'amministratore delegato di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, dice che sulla vicenda "è troppo presto per fare commenti, anche se seguiamo la situazione in Italia". In maggio si vedono a Parigi Silvio Berlusconi e Vincent Bollorè, presidente del Consiglio di sorveglianza di Vivendi, della quale è maggiore azionista con il 14,3% delle quote. In precedenza Berlusconi aveva visto anche Rupert Murdoch, con il coinvolgimento anche dei rispettivi figli impegnati nelle aziende televisive.

- FEBBRAIO 2016. Per mesi si sono rincorse voci di un maggiore interessamento di Vivendi, che in realtà prima doveva concludere il controllo e l'ingresso nel Cda di Telecom Italia, fino a che Pier Silvio Berlusconi afferma che con il gruppo francese "tutto è possibile", anche se "offerte ufficiali non ce ne sono state".

In Borsa in diverse sedute il titolo Mediaset strappa al rialzo sulle ipotesi di un'acquisto imminente da parte di Vivendi.

- 8 APRILE 2016. Dopo che da settimane le ricostruzioni giornalistiche danno per fatto l'accordo con Vivendi, arriva l'annuncio ufficiale, con uno scambio paritario del 3,5% tra le capogruppo Mediaset e Vivendi. Nel dettaglio, visto il diverso valore tra i due gruppi, il contratto prevede che il Biscione ceda il 3,5% di azioni proprie (sulla media degli ultimi 3 mesi dei corsi di Borsa valutato circa 137 milioni), ricevendo in cambio lo 0,54% del capitale sociale del gruppo francese.

Contemporaneamente verrà ceduta da Rti a Vivendi il 100% del capitale sociale di Mediaset Premium (compreso dunque l'11,11% in mano a Telefonica) a fronte della cessione da Vivendi a Rti del 2,96% di azioni proprie, per arrivare al totale del 3,5%. Ne consegue una valorizzazione di Premium di circa 756 milioni. Il contratto prevede un 'patto parasociale' che impedisce a Vivendi di salire oltre il 5% del capitale di Mediaset per tre anni, ma anche l'ingresso incrociato di rappresentanti nei rispettivi consigli di amministrazione. Per Mediaset in Vivendi si pensa a Pier Silvio Berlusconi, una volta superate questioni antitrust.

- 10 MAGGIO 2016. I conti del primo trimestre di Mediaset Premium evidenziano una perdita mai emersa prima: oltre 56 milioni, che in proiezione indica un rosso di oltre 200 milioni l'anno. I vertici del Biscione da mesi indicano che la 'pay tv' ha comunque superato i due milioni di abbonati, anche sulla spinta dei diritti televisivi della Champions League.

- 21 GIUGNO 2016. Bollorè invia una lettera ai dirigenti Mediaset su "divergenze significative nell'analisi dei risultati di Mediaset Premium", fa emergere in queste ore Vivendi. Due settimane dopo, alla presentazione dei palinsesti Mediaset, Pier Silvio Berlusconi afferma che per il closing previsto per fine settembre "tutto procede serenamente: ora dipende dall'Antitrust, una questione che riguarda il compratore". Poco prima il direttore finanziario di Mediaset, Marco Giordani, sull'ipotesi di uno sconto chiesto da Vivendi affermava che "non e' arrivata nessuna richiesta".

- 22 LUGLIO 2016. Mediaset invia a Vivendi un richiamo di inadempienza contrattuale basato su tre punti: mancata comunicazione dell'accordo all'Antitrust, mancata partecipazione agli incontri Uefa per le trasmissioni della Champions, chiusura delle comunicazioni in questa fase di gestione interinale di Premium. La risposta è l'arrivo in queste ore della nuova proposta Vivendi, rinviata duramente al mittente.

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