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Pensioni: Governo valuta interventi ma a somma zero. Boeri: "Riduzione sarà equa"

Renzi, spero in prossime settimane e mesi; in 2016 'mazzata' donne

Nuova conferma oggi della volontà del governo di mettere mano all'ultima riforma delle pensioni targata Fornero, ma senza oneri aggiuntivi. Dopo le parole di Renzi, a ribadirlo è il sottosegretario al'Economia, Pier Paolo Baretta: quello di una riforma delle pensioni, dice, "è un tema che il governo ha in agenda ma per farlo serve la compatibilità finanziaria, cioè che non gravi sullo Stato".

Baretta ha precisato che i tempi e i modi saranno determinati dalla compatibilità economica: potrebbe entrare "nella legge di stabilità o in una legge ad hoc o in un provvedimento successivo". Il sottosegretario ha aggiunto che "la discussione è se il provvedimento è a costo zero: se si intende sul lungo periodo allora il risparmio complessivo c'è, ma nei primi anni lo Stato dovrà anticipare una quota parte dell'uscita dei lavoratori".

Interviene anche il presidente dell'Inps, Tito Boeri, sottolineando che la proposta sulla flessibilità presentata al Governo non prevede né il taglio delle pensioni del 30%, né il ricalcolo con metodo contributivo ma una riduzione equa per chi sceglie di anticipare il ritiro. Il presidente dell'Inps Tito Boeri, ha risposto ad una domanda durante un incontro organizzato dal think tank Bruegel. 

Secondo l'ex ministro del Lavoro, Tiziano Treu, "si possono fare interventi con costi minimi" per introdurre flessibilità, "necessaria" per correggere l'eccessiva rigidità della legge Fornero sulle pensioni: è il parere dell'ex ministro del Lavoro ed ex commissario dell'Inps, Tiziano Treu, dopo le dichiarazioni del premier Renzi che ha parlato di un meccanismo che deve essere "a somma zero". Treu indica alcune possibilità di intervento: estensione dell'opzione donna, che però "sembra difficile" perché implica una forte penalizzazione sull'assegno, prestito pensionistico e part-time.

Di Alessia Tagliacozzo

Il Governo valuta la possibilità di intervenire sulla riforma Fornero delle pensioni ''nelle prossime settimane e mesi'' ma avverte che le modifiche dovranno essere ''a somma zero''. Ieri il premier Matteo Renzi ha chiarito che l'introduzione di maggiore flessibilità non dovrà comportare costi per lo Stato e questo manda definitivamente in soffitta le proposte avanzate in questi anni senza uno stretto legame con l'utilizzo del sistema contributivo. In pratica chi volesse uscire dal lavoro in anticipo rispetto all'età di vecchiaia dovrebbe avere un taglio consistente sulla pensione.
Nessuna possibilità di passare invece per le proposte Damiano Baretta (2% di taglio per ogni anno di anticipo con un costo secondo l'Inps di 8,5 miliardi di euro a regime) e per quella su quota 100 tra età e contributi (10,6 miliardi di costo a regime sempre secondo l'Inps se tutti dovessero usare l'opzione).

Potrebbe invece essere studiata l'estensione dell'opzione donna (chi va prima ha l'assegno calcolato tutto con il sistema contributivo) e il prestito pensionistico (ti do la pensione prima ma quello che pago in anticipo viene scalato dall'assegno futuro).

"Dobbiamo trovare un meccanismo - ha spiegato Renzi - per cui chi vuole andare in pensione un po' prima rinunciando a un po' di soldi possa farlo, il problema è quanto prima e quanti soldi. Spererei di farlo nelle prossime settimane e mesi. Sono ottimista ma per lo stato deve essere a somma zero".
 

Appare comunque difficile che le modifiche arrivino con la legge di stabilità. Nel 2016 intanto scatterà una vera e propria 'mazzata' per le donne del settore privato con l'aumento dell'età di vecchiaia nel complesso tra 'scalino' e aspettativa di vita di un anno e 10 mesi. Le donne del privato dal 2016 dovranno aspettare i 65 anni e 7 mesi a fronte dei 63,9 fissati fino a quest'anno. Senza interventi sulla legge Fornero per le donne in Italia tra il 2014 e il 2020 - secondo quanto si legge nell'indagine della Commissione europea, ''The 2015 Ageing Report'' - si avrà lo 'scalino' più alto tra i paesi Ue per quanto riguarda l'età effettiva di uscita che passerà da 62,1 anni a 65,5 superando di quasi due anni l'età effettiva media nell'Ue (63,6, in crescita di appena un anno). Se si guarda all'età legale, l'età di vecchiaia dovrebbe crescere tra il 2013 e il 2020 di 4 anni e mezzo (da 62,3 a 66,8). Anche per gli uomini l'età effettiva di uscita cresce di oltre tre anni (da 62,4 a 65,9 superando ampiamente la media Ue (64,4 nel 2020). In pratica in assenza di interventi saremo a breve tra i paesi più virtuosi in Europa sull'età effettiva di uscita dal lavoro anche grazie alla stretta sulle pensioni anticipate (dal 2016 si andrà prima dell'età di vecchiaia solo a fronte di 42 anni e 10 mesi di contributi se uomini e 41 anni e 10 mesi se donne).

Il possibile rinvio e l'assenza di risorse preoccupano i sindacati che più volte hanno chiesto di rivedere la legge Fornero senza penalizzare in modo eccessivo coloro che dovessero decidere di anticipare l'uscita. Mercoledì è fissata una audizione dei sindacati da parte della Commissione lavoro della Camera proprio sulla flessibilità.
 

"È indispensabile che la legge di stabilità - dice il segretario confederale Cgil Vera Lamonica - affronti il tema delle pensioni, introducendo quella flessibilità necessaria da un lato a dare risposte più eque a chi è in procinto di uscire dal mondo del lavoro e dall'altro in grado di consentire l'accesso allo stesso per i giovani. Le risorse, quando vi è l'intenzione, si cercano e si trovano".

"Rinviare ulteriormente'' il tema ''perché mancano le coperture finanziarie atte a sostenerlo'' - afferma il segretario confederale Cisl, Maurizio Petriccioli - sarebbe sbagliato perché le conseguenze dell'aumento repentino dell'età pensionabile, realizzato con la legge Fornero, sono sotto gli occhi di tutti''. "Sarebbe letteralmente incredibile - sottolinea il segretario confederale Uil Domenico Proietti - se il Governo rinviasse l'introduzione della flessibilità di accesso alla pensione ripetutamente annunciata negli ultimi mesi dal Presidente del Consiglio e dal Ministro del Lavoro". 
   

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