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Fiom, piazza con Landini. Bacia Camusso, ma restano distanze

Fiom, piazza con Landini. Bacia Camusso, ma restano distanze

Leader metalmeccanici raccoglie applausi. Vedova Trentin: 'Non usi mio marito'

28 marzo 2015, 22:12

Redazione ANSA

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Maurizio Landini bacia Susanna Camusso dietro il palco in piazza del Popolo in occasione della manifestazione nazionale della Fiom - RIPRODUZIONE RISERVATA

Maurizio Landini bacia Susanna Camusso dietro il palco in piazza del Popolo in occasione della manifestazione nazionale della Fiom - RIPRODUZIONE RISERVATA
Maurizio Landini bacia Susanna Camusso dietro il palco in piazza del Popolo in occasione della manifestazione nazionale della Fiom - RIPRODUZIONE RISERVATA

La Fiom riempie Piazza del Popolo e le vie circostanti del centro della Capitale, con tanta gente affacciata dalla terrazza del Pincio per ascoltare il leader, Maurizio Landini. Vengono da piazza della Repubblica, da dove è partito il corteo e sono arrivati da tutt'Italia, con oltre 300 pullman e diversi treni. Il sindacato non fa numeri ma si tratta di decine di migliaia di persone. In molti prendono la parola, dal bancario all'insegnante, e sul palco c'è anche Susanna Camusso, il segretario generale della Cgil. Dopo giorni di tensione Camusso e Landini si ritrovano insieme, si salutano anche baciandosi, ma le distanze sembrano non accorciarsi.

Camusso si aggancia al corteo dopo un'ora e mezza, giungendo da Reggio Calabria, dove in mattinata ha partecipato al congresso di Magistratura Democratica. Con Landini si salutano: una stretta di mano veloce, poi il numero uno della Fiom resta dietro lo striscione in testa al corteo, mentre Camusso cammina avanti. Si ritrovano sul palco di Piazza del Popolo e Landini ne approfitta per darle un benvenuto più caloroso, l'abbraccia e sorridente la bacia sulla guancia. Per tutto il resto del tempo, Camusso resta in fondo al palco, vestita di blu tra tante felpe rosse targate Fiom (indossata anche da Landini al momento del comizio), concedendo a margine una breve dichiarazione ai cronisti, poi silenzio e nessun intervento. Non si è invece trattenuta nelle parole Marcelle Padovani, la vedova di Bruno Trentin, leader storico della Cgil. "Landini deve smettere di usare il nome di Bruno Trentin come ispiratore del proprio pensiero e della propria azione", scrive. Il leader della Fiom però nel suo comizio cita Trentin, così come Giuseppe Di Vittorio, Pietro Ingrao e Romano Prodi.

Tanti gli applausi dalla piazza, anche nei passaggi ironici, come quando Landini scherza sull'idea di mettere microchip nelle scarpe dei lavoratori ("saprei io dove metterli", dice rivolto a chi ha lanciato la proposta). E quando nomina Sergio Marchionne e il premier Matteo Renzi "gasato" dopo l'incontro con l'ad di Fca ("i lavoratori Fiat non escono così gasati" dopo i turni). Non ci sono però solo italiani nella lista delle citazioni. Landini fa riferimento anche a Pablo Neruda, d'altra parte secondo il leader dei metalmeccanici bisogna guardare oltre i confini, tanto che lo slogan della manifestazione è 'Unions': una parola inglese, che, ammette, "non so bene come si pronuncia, ma è importante perché - spiega - ci riporta alle origini del sindacato". Insomma riferimenti al passato, alla storia del sindacato non sono mancati.

E se tante sono state le anime che hanno partecipato alla manifestazione (da membri delle minoranze Pd a quelli di Rifondazione Comunista, passando per Sel, dagli studenti ai bancari, da Libera a Emergency) è anche vero che ad aprire il corteo c'erano gli operai della Fincantieri ('Giungla d'appalto, più diritti salario e sicurezza nei cantieri navali', lo striscione in prima linea). La chiusura della manifestazione ha rispettato la classica colonna sonora: Bella Ciao. Tutto mentre si attende il battesimo della tanto dibattuta 'Coalizione sociale'.

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