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La Svizzera 'sgancia' il franco dall'euro, più vicine mosse Bce

Cancellato il tetto del tasso di cambio tra le due valute a 1,20

Svolta storica della Banca Centrale Svizzera. Cogliendo tutti di sorpresa, Berna abbatte infatti il 'tetto' del cambio fissato a 1,20 franchi per un euro oltre tre anni fa, spingendo la sua valuta ai massimi, e taglia ancora il tasso sui depositi in territorio negativo (da -0,25% a -0,75%), rafforzando così la tesi di un imminente lancio del quantitative easing da parte della Banca Centrale Europea, ossia dell' acquisto massiccio di titoli di Stato per far risalire l'inflazione nell'Eurozona.

L'intervento della Banca centrale elvetica (Snb) arriva esattamente una settimana prima della prossima riunione della Bce in cui dovrebbe essere annunciato il tanto atteso Qe, mossa questa che, spiegano gli analisti, innescherebbe "una corsa verso il franco, ritenuta una valuta rifugio, e dunque rendere vani gli sforzi della Snb di difendere il tetto del cambio". E infatti il presidente della Snb, Thomas Jordan, ha spiegato che "era ormai inutile mantenere il tetto, non era più sostenibile e che questa politica avrebbe potuto essere portata avanti solo con continui interventi sui mercati" quindi "abbiamo concluso che era meglio uscire ora che tra 6 o 12 mesi quando il quadro potrebbe essere più difficile ovunque".

La mossa della Snb "non preoccupa, ma ci ha colto un po' di sorpresa", ha affermato il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, aggiungendo: "sono rimasta sorpresa che non sia stata contattata prima". E il "drammatico voltafaccia" della Banca Centrale Elvetica, come sottolinea il Financial Times, visto che fino al mese scorso lo stesso Jordan ribadiva che il tetto franco-euro andava mantenuto a tutti i costi, ha avuto un effetto immediato e dirompente sul mercato valutario e sulla Borsa elvetica.

L'euro è sprofondato ai minimi storici contro il franco a 0,85 centesimi prima di risalire a 1,03 franchi mentre nei confronti del biglietto verde la divisa unica è precipitata a 1,1575 dollari, il livello più basso da novembre 2003, per poi riprendere quota e riportarsi sopra 1,16 dollari. Contemporaneamente la Borsa di Zurigo arrivava a perdere fino al 13% prima di archiviare la seduta a -8,67%, segnando il peggior tonfo degli ultimi 25 anni. I cali maggiori hanno colpito i titoli più legati all'export, con Swatch in discesa del 16,35%, Cie. Financiere Richemont del 15,5%. "Non ho parole", ha detto l'amministratore delegato di Swatch, Nick Hayek, commentando la decisione della Banca centrale svizzera. "E' uno tsunami per l'industria dell'export, per il turismo e infine per l'intero Paese", ha sottolineato. Anche per Ubs la mossa "shock" della Snb avrà un "grande" impatto negativo sull'economia elvetica.

In Borsa il titolo Ubs ha perso il 12%. A differenza di Zurigo, hanno invece festeggiato le altre Borse europee, scommettendo proprio sul fatto che si avvicina il quantitative easing della Bce dopo l'annuncio di Berna. Milano ha messo a segno un rialzo del 2,36%, dopo guadagni che nel finale hanno toccato anche il 3%, Parigi ha chiuso a +2,37%, quindi Francoforte (+2,20%), Londra (+1,73%), Madrid (+1,39%). A Piazza Affari hanno ripreso vigore i petroliferi, con Eni in crescita del 3,70%, dopo che il greggio è tornato brevemente sopra la soglia dei 50 dollari al barile, per poi archiviare la giornata a 46,48 dollari.

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