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Legge di stabilità, Regioni sul piede di guerra: "Manovra insostenibile". Renzi: "Regioni comincino da loro sprechi"

Chiamparino: 'Governo usa risorse di altri enti'. Maroni: 'Sembra ci siano 4 mld di tagli alle Regioni'

Regioni sul piede di guerra sulla legge di stabilità appena varata dal Governo. "La manovra è insostenibile per le Regioni a meno di non incidere sulla spesa sanitaria". Così il presidente della conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino. Abbiamo dato intesa sul Patto per la Salute e il Fondo sanitario: il Patto viene così meno. Il Governo fa delle legittime e condivisibili manovre di politica economica ma usando risorse che sono di altri enti: l'elemento incrina un rapporto di lealtà istituzionale e di pari dignità".

"Una manovra da 36 miliardi e le regioni si lamentano di uno in più? Comincino dai loro sprechi anzichè minacciare di alzare le tasse #no alibi". Così il premier Matteo Renzi su Twitter dopo le critiche avanzate sulla legge di stabilità da parte delle Regioni. "Incontreremo i presidenti di regione. Ma non ci prendiamo in giro. Se vogliamo ridurre le tasse, tutti devono ridurre spese e pretese", dice ancora su Twitter Renzi.

 

Subito la replica di Chiamparino: "Considero offensive le parole di Renzi perché ognuno deve guardare ai suoi sprechi, e mi chiedo: nei ministeri forse non ce ne sono?".

In questo momento c'e' una "grande discussione con le regioni. Vorrei fosse chiaro il gioco cui giochiamo: nessuno cerchi prendere in giro gli italiani", ha detto ancora Renzi a Milano a margine del vertice Asem. "Siamo pronti ad incontrare tutti, pronti ad incontrare i presidenti delle Regioni" ma è "inaccettabile fare questo tipo di polemiche".  

UN INCONTRO REGIONI-GOVERNO -
"Le regioni - aggiunge Chiamparino - chiedono un incontro urgente al Governo per affrontare una serie di temi e ricostituire un rapporto di leale collaborazione". Su Twitter arriva la replica del sottosegretario Graziano Delrio.

"Se dobbiamo fare un confronto serve poi avere la possibilità di monitorare i risultati". Così il presidente della Conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino ai giornalisti che gli chiedevano un commento alle parole del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio. "Noi 15 giorni fa abbiamo messo in piedi un tavolo di confronto e una volta partito non abbiamo più visto né tavolo né sedie..", ha aggiunto Chiamparino.

REGIONI SUL PIEDE DI GUERRA - "C'è un tema di affidabilità istituzionale che si pone: con questa misura vengono meno due patti e quindi, da parte del Governo, non si è affidabili: lo ha detto il vicepresidente della conferenza delle Regioni e presidente della Campania, Stefano Caldoro. "E' come fare spesa con i soldi degli altri, è un problema di rapporti istituzionali e siamo pronti ad aprire un confronto con il governo", ha concluso.

"Valutando il testo, sembra ci siano 4 miliardi di tagli alle Regioni, 2 dei quali sono i nuovi fondi alla sanità datici a luglio di quest'anno con un accordo tra Governo e Regioni e che adesso sarebbero inopinatamente tagliati". Così il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, sulla legge di stabilità. "Non è che il Governo può prima fare un accordo - afferma Maroni - e poi togliere di mezzo questo accordo senza coinvolgere chi ha firmato". Secondo il presidente della Lombardia, "come conseguenza ci sarà non una riduzione delle tasse ma, temo, un aumento delle tasse da parte delle Regioni perché questi tagli, soprattutto nella sanità, sono insostenibili".

"Siamo chiamati a finanziare scelte politiche non nostre ma prese dal Governo, legittime, ma non richieste dall'Unione europea": lo ha detto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. "Semplice - ha detto - abbassare le tasse con i soldi degli altri. Le Regioni sono chiamate ora a condividere il raggiungimento di obiettivi di finanza pubblica dettati dall'Ue, a finanziare scelte che non abbiamo preso noi ma il governo".

Netto anche il giudizio di Luca Zaia, presidente del Veneto: "Per le Regioni, quelle virtuose per prime, questa manovra passerà alla storia come la legge del massacro. Tagli insostenibili, che stiamo subendo sin dal 2011, ma che stavolta avranno pesantissime conseguenze, perché alla gente con una mano si dà ma con l'altra si toglie e le Regioni sono stremate". "A Pinocchio stavolta il naso si è allungato a dismisura - aggiunge - perché i tagli sono solo lineari, senza rispetto per le Regioni virtuose e i loro eroici cittadini. Lo scopriremo quando avranno la bontà di farci sapere quali sono le coperture della manovra, a cominciare da come tagliano l'Irap, cosa che chiedo da ben prima di Renzi, senza tagliare la sanità, scelta aberrante che finirà per ricadere proprio su imprese e cittadini che si vorrebbero agevolare". "Siamo pronti alla ribellione - conclude Zaia - in tutte le forme possibili purché legittime, ma sappiano i gabellieri di Roma che il Veneto non taglierà un euro del suo bilancio almeno, e men che meno toccherà la sua sanità di eccellenza finché non vedremo che altrove ne saranno stati tagliati 10 o 20. E allora non ci sarà bisogno d'altro".

"E' tecnicamente impossibile prevedere questi tagli senza incidere per il 70% sulla sanità: dei 4 miliardi di tagli, 3 saranno sulla sanità. Il resto ricade sul trasporto pubblico che si basa sulle entrate delle Regioni: non si regge tecnicamente. Con la rettifica fatta in Finanziaria non si vuole dire la verità: questi tagli sono su sanità e trasporti". Così il presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, in conferenza stampa.

"Non tornano i conti: se proiettiamo questi dati nella mia regione si tratta di 400 milioni di tagli. A meno che non si taglia la sanità, bisogna azzerare gli altri servizi ed io i soldi per l'emergenza idrogeologica, per fare solo un esempio, non vorrei tagliarli...". Così il governatore della Regione Toscana, Enrico Rossi, al termine della conferenza stampa delle Regioni nella sede di via Parigi, a Roma. "Se si va avanti con questa politica - ha concluso - il Patto per la sanità viene meno tre volte".

LA MANOVRA - La legge di stabilità "creerà più lavoro". Lo ha assicurato il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, a Radio Anch'io. "Ci sono risorse per i redditi più bassi e per le partite Iva - ha aggiunto - con un'espansione dell'operazione di sostegno ai redditi" avviata con gli 80 euro.

Una manovra da 36 miliardi di euro, studiata per abbassare le tasse. Parte da qui la legge di stabilità 2015, approvata dal governo. Renzi annuncia un calo delle imposte di 18 miliardi per famiglie e imprese. Attenzione alla crescita con un'operazione di 6,5 miliardi sull'Irap. Su base volontaria il tfr in busta paga. Fra le entrate, 3,8 miliardi da lotta all'evasione.

LE SLIDE

SINDACATI PRONTI ALLO SCIOPERO. SQUINZI: MISURE CHE ASPETTAVAMO DA ANNI

GOVERNO ALL'UE: CORREZIONE 2014-2015 DI 0,1% - L'Italia attuerà "un miglioramento del saldo strutturale di bilancio dello 0,1% fra il 2014 ed il 2015". E' quanto si legge nel "Draft Budgetary plan" inviato da Roma alla Commissione Ue, in cui si sottolinea che "le misure contenute nella legge di stabilità consentiranno un miglioramento del saldo pari allo 0,5% del Pil nel 2016".

"Nel medio termine - si legge nel documento -, la politica di bilancio italiana continuerà a perseguire il consolidamento dei conti mostrato negli anni recenti, che ha rappresentato uno dei più significativi sforzi a livello europeo".

PADOAN SULLA LEGGE DI STABILITA' - La legge di stabilità punta a voltare pagina, ha aggiunto Padoan, sottolineando la presenza di "misure permanenti" come la conferma del bonus di 80 euro. Padoan ha spiegato che "è una legge di stabilità che viene attivata in un contesto di recessione, purtroppo il terzo per il Paese". Il ministro non è preoccupato per il giudizio dell'Ue sulla legge di stabilità. "Con Bruxelles va avanti "un dialogo assolutamente cordiale e costruttivo", spiega Padoan. "Stiamo interpretando le regole del patto di stabilità tenendo conto di due circostanze eccezionali: quadro macroeconomico e ambiziosissimo programma di riforme".

Il Governo pubblicherà il testo del disegno di legge di stabilità con tutte le misure e i dettagli sulle coperture, ha annunciato Padoan aggiungendo che parte delle coperture è garantita da ulteriori progressi sulla spending review.

Ci sono ''amplissimi margini per l'aumento dell'efficienza'', ha proseguito Padoan a proposito dei tagli previsti dalla legge di stabilità per le Regioni ricordando il caso del costo delle siringhe in molti casi diverso al Nord e al Sud. Il sacrificio per i ministeri che hanno contribuito al ddl con ''tagli molto precisi'' è ''stato accolto'', ha aggiunto, ''nulla è stato imposto''. "Non facciamo deficit, lo riduciamo gradualmente pur in un contesto di recessione".

Il Governo ''rispetta i vincoli'' sul rapporto deficit-Pil richiesti dalla Ue. ''La crescita - ha detto il ministro dell'Economia - avviene nel rispetto dei vincoli. Non facciamo deficit''.

Con l'operazione Tfr contenuta nella legge di stabilità "diamo un'opzione in più ai lavoratori: la possibilità, la facoltà del tutto volontaria di rimettersi in tasca il trattamento di fine rapporto", ha spiegato Padoan. Per evitare il probabile problema di insufficienza di liquidità delle imprese, ha aggiunto, c'è "un accordo col sistema bancario che compensa ad un costo molto molto favorevole questa eventuale carenza".

Matteo Renzi illustra le misure della manovra in conferenza stampa

Il pressing sugli enti locali "non è a che aumentino le tasse, ma perché aumentino l'efficienza. Siamo convinti che i margini ci siano. Si tratta di dare gli stimoli giusti, a partire dal governo", ha rimarcato Padoan parlando dei tagli alle Regioni previsti dalla legge di stabilità. 

Alla luce della spending review sugli enti locali le Regioni potrebbero aumentare le tasse: "Può darsi. Saranno i cittadini a valutare se eventuali manovre saranno giustificate o meno", ha detto il ministro dell'Economia. A suo parere, comunque, ci sono "amplissimi margini di miglioramento dell'efficienza" e i tagli di spesa devono essere visti come "un'occasione" in questo senso. "Il sacrificio - ha quindi precisato - è stato accolto, nulla è stato imposto".

IL MINISTRO DEL LAVORO POLETTI: "Questa legge di stabilità non ha paragoni nella storia". Per il lavoro "sono state appostate risorse importanti".

BRUNETTA: MANOVRA BOCCIATA DALLE BORSE - La legge di stabilità "è già stata bocciata dai mercati e presto sarà bocciata anche dall'Europa". Lo ha detto, parlando con i cronisti a Montecitorio, Renato Brunetta, capogruppo Fi alla Camera. "Non mi preoccupa tanto il giudizio dell'Ue e di Katainen, quanto quello dei mercati. La Borsa è già crollata e lo spread è volato a 200 punti. Quando arriverà a 250 sarà tempesta perfetta". "E' una manovra elettorale - aggiunge -. Va bene che a pensar male si fa peccato, ma talvolta non si sbaglia; e io comincio a pensare male". "Temo che si avvicinino le elezioni ma spero che i cittadini italiani capiscano il giochino di Renzi e non si comportino come alle elezioni europee" del maggio scorso.

SALVINI: MASSACRO A REGIONI E COMUNI - "La manovra e' una presa per il culo di dimensioni planetarie. Ma stiamo commentando delle slides, dei fumetti''. Lo ha detto il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, commentando la legge di stabilita' ''Non ci sono soldi per le forze ordine e soprattutto - ha aggiunto alla presentazione della manifestazione sull'immigrazione in programma sabato - c'e' il massacro alle Regioni e ai Comuni, con un taglio lineare a tutti. Più che una manovra e' una processione funebre''.

Matteo Renzi illustra le misure della manovra in conferenza stampa

 

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