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Pirelli, Moda, lavatrici, vini, gomme: i marchi 'emigrati' all'estero

Pasta, gelati e panettoni, ma anche la moda da Versace a Krizia

Spagnoli, francesi e americani. Ma anche cinesi, russi, turchi e arabi. I grandi marchi del Belpaese continuano a fare gola ai grandi investitori stranieri.  Nei mesi scorsi è volato oltreoceano un nuovo pezzetto d'Italia: la Indesit, marchio storico della famiglia Merloni, ceduta agli americani di Whirlpool. Nel solo 2014, calcolava in occasione di quella operazione la Coldiretti, gli stranieri hanno fatto 'shopping' in Italia per circa 2 miliardi di euro. Proprio oggi la China National Chemical Corporation (Cncc o ChemChina) ha confermato di aver concordato l' acquisto del 26,2% della Pirelli e il prossimo lancio di un'Opa per assicurarsene una quota maggioritaria.

Ecco le principali operazioni degli ultimi anni:

- PIRELLI PARLA CINESE - ChemChina è il nuovo socio forte di Pirelli. Il Cda di Camfin ha dato il via libera definitivo all'accordo con cui trasferirà il 26,2% di Pirelli alla newco in cui il gruppo di Haidian avrà il 65% e il 35% sarà di Nefgarant (Rosneft) e Coinv (Tronchetti Provera e storici alleati, Unicredit e Intesa Sanpaolo).

- PASTA, GELATI E PANETTONI: destinazione Spagna per l'antico Pastificio Lucio Garofalo, che all'inizio di giugno ha ceduto il 52% a Ebro Foods, che è entrato nel capitale del leader italiano nella produzione di pasta premium con 62 milioni di euro. Ebro ha anche oltre il 25% di Riso Scotti. Rilevata invece dai coreani di Haiti Confectionery and Foods la storica gelateria romana Fassi mentre lo scorso anno la multinazionale del lusso LVMH ha acquisito la partecipazione di maggioranza nel capitale sociale della altrettanto storica pasticceria confetteria Cova di Milano.

 - MODA NEL MIRINO, DA VERSACE A KRIZIA: allo scoccare delle novanta candeline Mariuccia Mandelli, in arte Krizia, ha infine scelto di vendere alla cinese Shenzen Marisfrolg Fashion, azienda attiva nel mercato asiatico del pret-a-porter di fascia alta fondata nel 1993 da Zhu ChongYun, ora presidente e direttore creativo della casa di moda milanese. Dopo pochi giorni, al termine di un corteggiamento durato mesi, Versace ha invece aperto le porte al fondo Usa Blackstone, che si è aggiudicato il 20% della casa di moda. A febbraio un altro simbolo del made in Italy, Poltrona Frau, ha cambiato bandiera passando alla famiglia americana Hawort. Lo scorso anno gli emiri del Qatar si erano intanto assicurati Valentino, mentre LVMH di Bernard Harnault nel 2013 ha comprato Loro Piana, avendo già in portafoglio Bulgari, Fendi, Emilio Pucci e Acqua di Parma. E la rivale francese Ppr di Francois-Henry Pinault controlla Gucci, Bottega Veneta e Sergio Rossi

- MADE IN ITALY PIACE A ORIENTE: nel 2013: ha preso la via dell'oriente nel 2013 per la prima volta un vino del Chianti, l'azienda agricola Casanova - La Ripintura di Greve in Chianti, nel cuore della Docg del Gallo Nero, passata a un imprenditore cinese della farmaceutica di Hong Kong, mentre i gianduiotti Pernigotti erano stati ceduti dalla Averna sempre lo scorso anno al gruppo turco Toksoz. E nel 2012 i pelati della Ar Industrie alimentari Spa erano passati alla Princes Limited, controllata dalla giapponese Mistubishi mentre già dal 2011 lo storico spumante Gancia è andato in mano russa, al 70% di proprietà dell'oligarca Rustam Tariko. Per non dimenticare il Gruppo Agroalimen di Barcellona salito al 75% nella proprietà di Star, o la Fiorucci salumi acquisita dalla Campofrio food holding, o l'olio Bertolli, andato al fondo Usa CVC Capital Partners. ma anche la birra Peroni, passata all'azienda sudafricana SABMiller ormai dieci anni fa, nel 2003. E più di recente, nel 2011, la francese Lactalis è stata protagonista dell'operazione che ha portato la Parmalat a finire sotto controllo transalpino.

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