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Breda e i poteri del Colle, "altissimi e vaghissimi"

Breda e i poteri del Colle, "altissimi e vaghissimi"

In libreria "Capi senza Stato" edito da Marsilio

ROMA, 13 gennaio 2022, 12:05

di Fabrizio Finzi

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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MARZIO BREDA, "CAPI DENZA STATO" (MARSILIO, PP. 224 18 EURO) - "Ho spianato la strada a tutti loro e adesso non li ferma più nessuno. Lo sapevi che Scalfaro mi disse che avevo ragione? Che il capo dello Stato ha un sacco di poteri e se lui aveva potuto usarli era perché io gli avevo aperto il solco? Lo stesso mi capitò con Ciampi. E l'identica scoperta la farà chiunque salga lassù. Sarà forte grazie alla formula che ha tenuto in piedi il Quirinale, e con esso l'Italia: i nostri poteri sono altissimi e vaghissimi, imprecisati e imprecisabili". Questa personalissima confidenza di Francesco Cossiga al quirinalista del Corriere della sera concentra almeno trentanni di riflessione sul ruolo e i poteri del presidente della Repubblica. Ed è proprio la consapevolezza che il Quirinale sia un luogo di poteri "altissimi e vaghissimi" che muove la penna del quirinalista del Corriere della sera, cioè Marzio Breda, a scandagliare nel suo attualissmo libro "Capi senza stato" (edito da Marsilio) l'attività di ben cinque capi di Stato.
    "Negli ultimi trent'anni ho potuto verificare di persona questo processo evolutivo, seguendo cinque capi dello Stato mentre fronteggiavano, dopo aver allargato la "fisarmonica" delle prerogative di cui dispongono, una transizione politica, economica e sociale ancora irrisolta", scrive infatti Breda nella sua bella introduzione.
    Il libro ha tre chiavi di scrittura e dunque di lettura. E' un libro-testimonianza, perché racconto episodi e parole di cui Breda è stato testimone sulla scena pubblica come in privato.
    "Un lusso che mi concedo perché con tutti e cinque i presidenti (un po' meno soltanto con Mattarella, per la sua natura chiusa) ho avuto rapporti personali sia quando erano in carica sia quando erano senatori a vita", ricorda il giornalista e analista politico.
    E' poi un libro di ricostruzione storica, perché nel volume sono stati messi insieme i principali eventi politici che hanno cadenzato le diverse presidenze, per far capire certe scelte compiute dal Quirinale in questi trent'anni. E', infine, un libro di analisi politico-costituzionale, perché l'autore spiega fin dove si sono spinti i presidenti, allargando sempre più la famosa "fisarmonica" dei loro poteri, talvolta trasformandosi in "piloti della crisi" italiana e dettando un sempre più penetrante indirizzo politico ai governi o addirittura diventando "presidenti governanti", come è stato detto quando Berlusconi inseguiva di fatto una sorta di premierato assoluto e Scalfaro, come Ciampi, provarono a frenarlo.
    Due esempi, fra i tanti, della loro metamorfosi: 1) quando Napolitano insediò al Quirinale una commissione di saggi per studiare le riforme di cui aveva bisogno il Paese; 2) quando sempre lui insediò un'analoga commissione per studiare un programma di governo. In entrambi i casi quello fu certo anche un modo per prendere tempo, da parte del presidente, che si era autoproclamato "facilitatore di soluzioni", ma quelle scelte andarono ben al di là di qualsiasi precedente costituzionale. Ma altri esempi potrebbero essere quelli delle leggi promulgate "con osservazioni" (cioè "con riserva", in quanto da correggere a posteriori), una novità assoluta usata da Napolitano e poi anche da Mattarella per evitare traumatiche bocciature con il rinvio alle Camere… e così via… Per non parlare dei dubbi giuridici sollevati dalla rielezione di Napolitano…Un libro tutto da leggere in queste settimane. Una guida per i Grandi elettori che dovranno decidere il nuovo presidente della Repubblica che "regnerà" per ben sette anni.
   

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