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Amitav Ghosh, la nostra crisi in leggenda in versi

Neri Pozza

Amitav Ghosh, la nostra crisi in leggenda in versi

Nel nuovo 'Jungle nama' pubblicato da Neri Pozza

ROMA, 17 novembre 2021, 09:02

di Mauretta Capuano

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Jungle Nama di Amitav Ghosh - RIPRODUZIONE RISERVATA

Jungle Nama di Amitav Ghosh - RIPRODUZIONE RISERVATA
Jungle Nama di Amitav Ghosh - RIPRODUZIONE RISERVATA

 AMITAV GHOSH, JUNGLE NAMA-IL RACCONTO DELLA GIUNGLA (NERI POZZA, PP 112, EURO 18.00). TRADUZIONE DALL'INGLESE DI ANNA NADOTTI E NORMAN GOBETTI. Amitav Ghosh ha cercato una nuova forma letteraria per dar voce all'incredibile crisi esistenziale che stiamo vivendo. Ha recuperato e riadattato una leggenda antichissima in un libro in versi e illustrato, nato nei giorni della pandemia e del lockdown: 'Jungle nama. Il racconto della giungla', appena uscito per Neri Pozza, nella traduzione dall'inglese di Anna Nadotti e Norman Gobetti.
    Un racconto molto popolare nei villaggi delle Sundarbans, la più grande foresta di mangrovie del mondo, "illuminato" dai disegni del giovane artista di origine pakistana Salman Toor, è diventato così un modo per parlarci di quello che stiamo vivendo e per liberarci della nostra cecità.
    Un libro per tutti, che si rivolge in particolare ai ragazzi, ma ha molto da insegnare agli adulti, nel quale uno dei maggiori scrittori indiani, l'autore de 'Il palazzo degli specchi', 'Il fiume dell'oppio' e de 'La grande cecità, Il cambiamento climatico e l'impensabile', ci parla in poesia di uno dei temi che gli stanno più a cuore, il cambiamento climatico, la crisi ecologica del pianeta, dove il punto centrale è la necessità di trovare un equilibrio tra le esigenze e bisogni degli esseri umani e non umani. Un'antichissima leggenda del Bengala ancora viva e comune in tante culture native indigene mostra il suo valore nel nuovo mondo occidentale. E quello che ci insegna è esattamente l'opposto del devi avere di più, devi fare di più.
    "La cultura dell'avidità è sotto i nostri occhi ed è ormai difficile lasciarci alle spalle questo atteggiamento" spiega Gosh che è nato nel 1956 a Calcutta. "Se serve aiuto amorevoli orecchie van cercate" e bisogna anche chiedere con le giuste parole dice uno dei versi di 'Jungle nama' che Ghosh è venuto a presentare in Italia in un tour di incontri partito da Roma, con una serata al Teatro Piccolo Eliseo in cui tra l'altro Giuseppe Cederna ha letto alcuni brani portandoci in modo coinvolgente dentro la storia e che si concluderà il 20 novembre al Castello Sforzesco di Milano.
    'Jungle nama' adattamento di un episodio della leggenda di Bon Bibi, è il viaggio di due fratelli, uno avaro, Dhona, e l'altro morigerato, Dukhey e di sua madre. Ed è anche la storia di Dokkhin Rai, un potente spirito che appare agli umani come una tigre, di Bon Bibi, la benigna dea della foresta, e di suo fratello, il guerriero Shah Jongoli. La versione originale di questa leggenda, che risale al diciannovesimo secolo, è composta in un metro di versi bengalesi noto come dwipodi poyar, "verso a due piedi", pensati per essere cantati, salmodiati e letti ad alta voce. E proprio la lettura ad alta voce è una delle cose che sta più a cuore a Ghosh. La storia è anche in audiolibro con versi in musica che in Italia uscirà sempre da Neri Pozza. "E' un racconto che guarda le persone nel loro rapporto con l'ambiente. Parlerei di ecologia folclorica" dice Ghosh. E spiega: "cercare il metro dei versi mi ha fatto usare una parte del cervello mai utilizzata prima. Contare le sillabe è un modo di imporsi dei limiti e non è quello di cui abbiamo bisogno oggi? Questa è la metafora che mi ha guidato nella creazione" spiega Ghosh. La speranza viene dai giovani: "il fatto che in tanti siano scesi in molte piazze del mondo mi da fiducia. Si sono trovati un problema enorme che noi gli stiamo lasciando in eredità e la modalità della loro reazione mi piace. Penso a quelle culture orami vecchie, stantie, che ci hanno insegnato a trattare questo tipo di leggende e fiabe come cose infantili.
    Sono quelle strutture borghesi di una certa seriosità che sono state sconfessate, tra l'altro anche da questi giovani. Storie come Jungle nama, pensate e realizzate in questo modo, spero che alimenteranno e nutriranno i sogni dei nostri giovani di adesso e di domani" si augura lo scrittore indiano.
   

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