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Carola Carulli, l'esordio con 'Tutto il bene, tutto il male'

Libri

Carola Carulli, l'esordio con 'Tutto il bene, tutto il male'

Primo romanzo della giornalista pubblicato da Salani-Le Stanze

ROMA, 25 ottobre 2021, 10:59

(di Mauretta Capuano)

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 CAROLA CARULLI, TUTTO IL BENE, TUTTO IL MALE (SALANI LE STANZE, PP 231, EURO 15,00). Scardina le nostre gabbie mentali sulla famiglia, la maternità, gli stereotipi e clichè sull'amicizia fra donne, Carola Carulli nel suo romanzo d'esordio 'Tutto il bene, tutto il male', pubblicato da Salani Le Stanze. E' un libro autentico che ci mostra come la vita sia l'arte dell'incontro, come vuoti e mancanze restino e si superino. Una storia che ha trovato forma durante il lockdown, quando di notte la Carulli scriveva ascoltando la musica di Beethoven, di Vasco e dei Negramaro. A spingerla ad andare avanti il suo editor, Stefano Izzo, che definisce "speciale" nei ringraziamenti.
    E si sente che è un romanzo scritto per immagini in cui in tutti i personaggi c'è un po' dell'autrice, delle sue esperienze di vita e dei tanti incontri fatti da giornalista con le persone più diverse, famose e comuni.
    Tutto è partito da Alma che nel libro è l'amata zia della voce narrante, Sveva.  "Cinque o sei anni fa incontrai in India una donna con due occhi diversi, rimasi folgorata dal suo sguardo. Quella scena me la sono portata dietro e ho scritto alcune cose. La ho chiamata Alma che in India significa anima. Non sapevo dove sarei arrivata, volevo parlare di lei, di altre donne, di mancanze, di famiglie. Poi è arrivato il lockdown e tra le mie carte ho trovato una cartellina con scritto Alma la ho aperta e l'incipit di 'Tutto il bene, tutto il male' sono quelle stesse prime righe. Non pensavo di farne un romanzo, ma Alma mi ha preso la mano, sentivo la sua voce che mi diceva racconta di me, di Sveva, Dafne, Sarah, Tommaso, di tutti i personaggi del libro" dice all'ANSA la Carulli, giornalista del Tg2 che da molti anni si occupa di cultura e conduce le rubriche Achab e Tg2 Weeekend dedicate alla lettura, oltre a seguire come inviata i più grandi eventi letterari e cinematografici.
    Alma, l'irregolare di famiglia, la zia stramba e ribelle, con il suo tatuaggio, che ama i mercatini dove cerca sempre una cosa speciale, che sa ascoltare e ha doti da sensitiva, è la mamma che Sveva, avrebbe voluto avere. E' l'opposto della sua, Sarah, sorella di Alma che ha puntato tutto sulla bellezza e ripete come un mantra "non si è mai troppo ricchi, non si è mai troppo magri". Figuriamoci se può capire l'amore per il teatro della figlia che spera sempre di vederla a un suo spettacolo nei teatrini off. Il padre, Riccardo ,è un famoso chirurgo che vive in ospedale , è un seduttore seriale e non ha tempo di pensare a Sveva.
    "Ho avuto una nonna sensitiva e ho voluto dare ad Alma quella sensibilità. Credo nelle empatie ed energie fra persone. Mi hanno sempre affascinato quelle anime che sono diverse dagli stereotipi, che vanno avanti ostinate e contrarie come fa Alma.
    Io sono un pezzo di lei, di Dafne, di tutti i personaggi uniti da una mancanza. Sveva sono io a vent'anni quando navigavo nel buio e sapevo che nella mia vita volevo scrivere e ho cercato la mia strada da sola" spiega la Carulli che racconta anche quanto sia difficile essere madre. Proprio lei che ha una figlia speciale, la piccola Penelope che durante il lockdown parlava dei suoi libri più amati in quella che velocemente è diventata la famosa 'Stanza di Penny' su Facebook.
    Quando Alma resta incinta da Tommaso, Sveva è un po' gelosa, l'equilibrio familiare traballa, ma poi sarà felice della nascita di Leyla. "Diventare madre è molto complicato, non è vero che è bellissimo e basta. I figli sono persone che andranno nel mondo, sono di chi li cresce e li ama e ti giudicano. Sveva è cresciuta senza amore dei genitori e per lei Alma è la libertà. Ha paura dell'arrivo di Leyla ma la zia farà in modo che queste due anime siano sorelle" sottolinea. E aggiunge: "una cosa è certa, succede tutto nell'infanzia".
    In 'Tutto il bene, tutto il male' c'è anche uno sguardo tenero verso gli uomini: "mi piace raccontare di certi padri che nelle separazioni sono sempre considerati i più colpevoli. Rivediamo questa cosa". La Carulli riflette anche sull'amicizia fra donne che "esiste ma è rarissima. Ci raccontiamo di essere solidali ma c'è sempre qualcosa di tossico, l'invidia. Le donne sono competitive, hanno dovuto lottare per l'indipendenza, il lavoro, lo stipendio uguale agli uomini. Difficilmente si aiutano, ma quando lo fanno è la cosa più forte che c'è ed è quello che accade fra Alma e Dafne" dice.
    Con una scrittura delicata e nello stesso tempo incisiva ha raccontato "le ombre dentro la luce delle famiglie" e l'ambivalenza dei legami di sangue. Autrice anche di documentari, con un sorriso sempre luminoso, la Carulli, dopo avere realizzato il sogno di scrivere un libro, ha già in mente altre storie: "vorrei tanto dar voce a un vecchio signore. Mi piacciono gli anziani e parlare di vite comuni che sono sempre le più interessanti" dice. A 'Tutto il bene, tutto il male' augura di diventare un film dove "nel ruolo di Alma vedrebbe bene Kasia Smutniak. Ma sono sogni e bisogna sempre farli grandi" dice sorridendo.
   

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