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Carlotto, gli amori della pensione Lisbona

Carlotto, gli amori della pensione Lisbona

Vite che si tingono di nero

ROMA, 23 gennaio 2020, 10:00

Paolo Petroni

ANSACheck

Carlotto, La signora del martedì - RIPRODUZIONE RISERVATA

Carlotto, La signora del martedì - RIPRODUZIONE RISERVATA
Carlotto, La signora del martedì - RIPRODUZIONE RISERVATA

      MASSIMO CARLOTTO, ''LA SIGNORA DEL MARTEDI'' (E/O, pp. 212 - 16,50 euro) - ''Pensione Lisbona'' avrebbe potuto intitolarsi questo libro, dato che è in fondo la vera, sempre presente protagonista di questo romanzo, ma visto che si tratta a sorpresa di un romanzo d'amore, anche se si tinge ma quasi per caso, praticamente per un incidente, di nero, forse è più giusto questa ''Signora del martedì'', che quando si troverà nei guai avrà anche l'aiuto di un signore innominato, ma in cui si riconosce l'Alligatore, quel Marco Buratti al centro di tanti romanzi di Carlotto, nel ruolo di risolutore di problemi un po' alla 'Pulp fiction', con tanto di coppia specializzata nel far sparire cadaveri.
    Insomma un Carlotto non spiazzante, ma che punta l'attenzione e porta in primo piano quei personaggi sempre apparsi nei suoi libri, ritenuti 'diversi' dalla maggioranza e quindi costretti ai margini, a nascondersi, a indossare una maschera, a vivere una vita sofferta in cui i loro sentimenti, forti, reali, vengono calpestati e riescono a vivere un propria libertà solo all'interno della Pensione Lisbona, in una qualsiasi cittadina del nord.
    Innanzitutto Alfredo Guastini, vero motore della vicenda, benestante proprietario della pensione oramai quasi deserta e attempato omosessuale di buon cuore, capace di mettersi nei guai proprio per amore, magari egoistico, ma amore. Ha sempre amato vestirsi da donna, ex prostituto e amante un tempo di un rapinatore portoghese, oggi costretto a indossare gli amati abiti femminili con tanto di cappellini tipo regina Elisabetta e a truccarsi come gli piace solo appunto nella sua pensione per fuggire alla violenza della gente, perché ''una travesta che ha superato i sessanta è una vittima predestinata. E' tollerata solo se è giovane, se riesce a suscitare fantasie. Ma un vecchio con la gonna e tacchi risulta grottesco, offensivo''.
    Poi il suo unico pensionate rimasto dai tempi d'oro, che occupa la camera n. 3, Bonamente Fanzago, fortunato primattore di film porno, in arte Zagor, oramai costretto tristemente a chiudere la carriera, perché dopo un ictus per abuso di sostanze eccitanti legate al suo mestiere, deve fare molta attenzione e in più è diventato fragile sentimentalmente e piange per poco.
    Bell' uomo ha sempre avuto molte donne e talvolta ne ha approfittato per arrotondare i guadagni, ma oramai gli è rimasta solo la Signora del martedì, che ogni settimana quel giorno tra le 15 e le 16 lo va a trovare, lascia i soldi sul comodino e soddisfa le proprie voglie, senza mai avergli rivelato nulla di sé.
    La Signora del martedì è in realtà Alfonsina Malacrida, un tempo nota come Nanà, protagonista di un celebre caso giudiziario che la portò innocente in carcere, ma da tutti ritenuta colpevole, per l'omicidio del ricco bruto cui l'aveva venduta giovanissima il padre. Oramai si sono tutti dimenticati di lei, che è stata fatta rinascere dall'avvocato Fontana che sa con certezza come sia stata vittima di un errore giudiziario e con cui convive nell'anonimato e senza sesso. Questo fin quando invece accade qualcosa che la riporta all'attenzione della polizia e della stampa scandalistica, in particolare di un giornalista senza scrupoli in cerca di scoop veri o finti, Pietro Maria Belli, che finirà male, per non parlare della ferocia persecutoria di social.
    Tutti sono mossi dall'amore, ricambiato e meno. Lei ama come un padre l'avvocato e come un uomo un amico di Fontana dai torbidi trascorsi e dagli stivali da texano che la respinge. Lei è oramai amata dall'attore che frequenta, ma cui fa capire che a parte il sesso non può esserci nient'altro. La travesta Alfredo ha un amore ricambiato con un docente di ispanistica, Federico Bassi, che arrivava in città per le sue lezioni, ma ormai in pensione, mentre progetta di trasferirsi alla Lisbona e tenta di spiegare ragioni e verità ai figli, sarà da questi costretto a rinunciare a tutto per paura dello scandalo. Alfredo per non restar solo si darà da fare, un po' troppo, per proteggere e trattenere in pensione l'amato vecchio attore. A questi si aggiunge anche l'amore di una donna che si sente tradita da chi l'ha privata del proprio amante.E così sono i sentimenti che pian piano fanno precipitare tutto e movimentano il bel racconto di Massimo Carlotto, dalla scrittura asciutta ma non scarna, essenziale nell'attenersi ai fatti, senza sentimentalismi e mettendo in luce sofferenze e tragedie di chi si trova perseguitato dalla società solo per la sua natura particolare.
   
   

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