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Donaera, vi racconto 'Io sono la bestia'

Donaera, vi racconto 'Io sono la bestia'

Il romanzo d'esordio dello scrittore che viene dalla poesia

ROMA, 07 novembre 2019, 11:59

di Mauretta Capuano

ANSACheck

La copertina di Io sono la bestia di Andrea Donaera - RIPRODUZIONE RISERVATA

La copertina di Io sono la bestia di Andrea Donaera - RIPRODUZIONE RISERVATA
La copertina di Io sono la bestia di Andrea Donaera - RIPRODUZIONE RISERVATA

sottolinea l'autore - un romanzo sulla mafia. Sono cresciuto ascoltando tante storie di Paese, quasi sempre inventate, sulla Sacra Corona Unita. Sono state la mia mitologia privata. Con gli amici si parlava sempre di quello. La Sacra Corona Unita è uno sfondo plausibile nello spazio-tempo di questo romanzo. Volevo raccontare una storia estrema e poichè sono salentino questa era la cosa più naturale.
    La Sacra Corona Unita non è in superficie, è la superficie. La vita quotidiana in Salento è connessa con il sistema criminale" racconta lo scrittore. E aggiunge :"la musica è molto presente nella vita dei personaggi. Molti ascoltano i Nirvana. Il romanzo non è ambientato a caso nel '94, pochi mesi dopo il suicidio di Kurt Cobain".
    La narrazione a più voci, con Mimì che vuole vendetta per la morte del figlio e così prende Nicole e la fa rinchiudere in una casa sperduta nella campagna salentina, usa diversi registri in un interessante confronro tra le parole dell'oralità e quelle della scrittura.
    Il linguaggio principale è quello psichico, molto ritmico e impastato di Mimì, una specie di traduzione dal dialetto perchè io penso e sogno in dialetto.Il primo passo linguistico è stato questo ma volevo ci fosse un controcanto: una lingua più pura, più vicina al linguaggio scritto. I personaggi alternano i due registri" dice Donaera. Così Veli, il guardiano della casa dove è prigioniera Nicole, ha una lingua estremamente pulita". E in qualche modo lo è anche quella di Arianna, la figlia maggiore di Mimì della quale i il guardiano è innamorato. In Nicole, Veli rivede un po' la donna che ama e tra i due nasce un legame strano, di silenzi e ferocia. "Credo che la scrittura dovrebbe entrare nelle cose autentiche che sono sempre le più terribili e oscure. Mi interessa indagare i simboli che ci portiamo dietro.
    Il suicidio è un grande simbolo e ho avuto a che fare con persone che hanno compiuto questo gesto. Non è autofiction, ma tanti elementi della mia vita in qualche modo sono entrati nella ideazione della storia" spiega lo scrittore di questo romanzo di "amore e morte".
    "'Io sono la bestia' è un titolo stratificato, può voler dire tante cose" sottolinea Donaera che ha cominciato a scrivere questo romanzo appena è arrivato a Bologna. "Musica e scrittura per me vanno insieme, ma mi viene meglio scrivere che suonare" dice Donaera che non si sente di nessun luogo.
   

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