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Erri De Luca, vi racconto l'Impossibile

Erri De Luca, vi racconto l'Impossibile

Lo scrittore, "la politica oggi? Un'accozzaglia"

ROMA, 05 settembre 2019, 19:48

Mauretta Capuano

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Ci troviamo a fare i conti con "le coincidenze che governano la nostra vita anche quando non ce ne accorgiamo" e con "nodi che volutamente non si sciolgono" nel nuovo romanzo di Erri De Luca, 'Impossibile' appena uscito per Feltrinelli e con cui lo scrittore è protagonista del giorno d'apertura del Festivaletteratura di Mantova, il 4 settembre. Due uomini, un pentito e un suo ex compagno di lotta in gioventù, si incontrano, a decenni dalla fine della loro amicizia, su un sentiero selvaggio di montagna. Il pentito finisce in un precipizio e muore. E' stato spinto o è caduto? Ed è per puro caso che due ex rivoluzionari, da tempo su sponde opposte, si incontrano sulle montagne della Val Badia? Difficile credere che si tratti di un incidente per il giovane magistrato che nel libro ricostruisce la vicenda attraverso l'interrogatorio della persona sotto accusa. Il confronto/scontro dell'uomo con il magistrato, che ha vent'anni meno di lui, si alterna alle lettere che scrive alla donna amata, l''Ammoremio', come la chiama. "'Impossibile' non c'entra nulla con il romanzo poliziesco, è un genere che non leggo, non mi piace. Lo sento come un congegno. C'è qualcosa di meccanico nel romanzo poliziesco, anche quando è ben fatto. Qui non c'è una trama, non c'è un intreccio, è un incontro tra due generazioni, una che è stata travolta dal Novecento, il secolo delle rivoluzioni per eccellenza, il più rivoluzionario della storia dell'umanità.
    L'altra, quella del magistrato, che è venuta dopo e ricostruisce quell'epoca attraverso gli atti giudiziari ma è come guardare il riflesso delle stelle" dice all'ANSA De Luca, alla vigilia del suo arrivo a Mantova. "E' un dialogo in cui l'imputato ha, per la prima volta, l'occasione di parlare della sua storia e il magistrato ha, per la prima volta, un punto di visione della vita a lui ignota. Il rifiuto dell'accusato di avere un avvocato d'ufficio è dovuto anche a questo: è un dialogo a due. Una terza persona lo riporterebbe al livello di interrogatorio. E decisiva è la differenza d'età" spiega lo scrittore.
    Tra riflessioni sui pentiti che sono dei "traditori", sul comunismo, e citazioni letterarie da Pasolini a Sciascia e il caso Moro, De Luca non scioglie mai la riserva in questo storia.
    "Chi tradisce strappa una parte di se stesso. Non è semplicemente un cambio di opinione è un dissociarsi da sé", afferma.
    Nel romanzo si ritrovano l'amore per la montagna, l'impegno politico, l'attenzione al significato delle parole che ha De Luca ma, precisa lo scrittore: "Non ho partecipato all'attività delle bande armate, agli agguati e attentati come i protagonisti del libro. Questa storia mi è venuta in mente mentre salivo la Cengia, in val Badia". "Non si tratta di una resa dei conti immaginaria ma della lacerazione di una storia intima che si era creata tra i due amici, al di là del gruppo a cui appartenevano.
    Per me l'unico modo per raccontare quel tempo è lasciar perdere i titoli dogmatici, partitici e far parlare le relazioni personali, come la vita e i sentimenti venivano travolti", spiega lo scrittore. E dello scenario politico attuale afferma: "Abbiamo passato un anno di accozzaglia di due movimenti politici che non avevano nulla in comune e adesso si ripropone la stessa inverosimilità. Intanto, il fatto di essermi provvisoriamente liberato della faccia da mal di denti del ministro dell'Interno è un sollievo. Non riesco ad avere altro sentimento politico se non il provvisorio sollievo" sottolinea.
    E se è vero che "l'Impossibile si verifica regolarmente nella nostra vita, le lettere d'amore del libro raccontano una storia privata e nello stesso tempo sono un espediente per dar voce a quelle cose che l'accusato non può dire al magistrato, il lato in ombra del dialogo: così al magistrato l'uomo parla del Sciascia politico e ad Ammoremio del caso letterario" dice De Luca al quale non piace presentare i suoi libri, ma avere piuttosto "l'occasione per raccontare qualcosa di quello che c'è intorno".
   

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