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Sainz Borgo, mio Venezuela allo sbando

Sainz Borgo, mio Venezuela allo sbando

La scrittrice a Torino con il primo romanzo 'Notte a Caracas'

TORINO, 13 maggio 2019, 09:58

dell'inviata Mauretta Capuano

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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 KARINA SAINZ BORGO, 'NOTTE A CARACAS (EINAUDI, PP. 208, EURO 17) - E' un "romanzo politico" ma non "politicizzato", 'Notte a Caracas' con cui la venezuelana Karina Sainz Borgo si è imposta all'attenzione di pubblico e critica. Nel libro, pubblicato in Italia da Einaudi nella traduzione di Federica Niola, la scrittrice, che vive in Spagna da 13 anni, ci fa entrare, attraverso le voci delle donne, nella violenza e nell'impunità in cui è sprofondato il Venezuela.
    "Notte a Caracas è una lettera d'amore a un Paese che poteva essere la culla del progresso e non lo è stato. L'ho scritto per esorcizzare. Ho un rapporto molto doloroso con il mio Paese.
    L'ho lasciato 13 anni fa e sono fortunata, perché ho potuto scegliere, ma ci è voluto molto tempo prima che riuscissi a parlare del Venezuela" racconta all'ANSA la Sainz Borgo, che ha 37 anni e vive a Madrid, al Salone del Libro di Torino.
    "La situazione politica in Venezuela è molto peggiore di quella che racconto. Il governo sta dimostrando in modo inequivocabile che è contro la democrazia, contro il proprio popolo. Non ci sono gli elementi primari per vivere: non c'è cibo, medicine. E' un paese allo sbando" spiega la scrittrice. E dice che 'Notte a Caracas' "è una storia piena di femminilità e di femminile, anche perché nella società da cui provengo la madre è una figura centrale, si fa carico dei problemi, delle tragedie. Non volevo allacciarmi al femminismo più battagliero degli ultimi periodi, volevo creare questa idea di società dove le donne sono molto presenti, anche perché sono molto superiori numericamente degli uomini". La storia di Adelaida, che cerca solo di sopravvivere finché un giorno scopre che il suo appartamento è stato sequestrato e devastato da una banda di donne legate al regime, viene raccontata da sua figlia. Il libro si apre con la morte della madre in una terra che poteva essere meravigliosa ed è dominata dalla corruzione. "Ci sono delle parti di pura finzione, però il contesto, le esperienze necessarie per scrivere questo libro sono cose che mi sono accadute o che sono andata a cercare. Il romanzo non riporta volutamente date o nomi di personaggi politici. Ho fatto questa scelta per renderlo più universale e vicino al lettore finale, ma dovevo creare una muscolatura che fosse totalmente reale" dice.
    Se "perdiamo la madre, il nostro Paese e il nostro lavoro, in un modo o nell'altro siamo orfani. E quindi la figura e l'allegoria della madre è un modo per sintetizzare qualcosa di assolutamente nostro" sottolinea la scrittrice. "Sono sorpresa dal successo del libro. E' il primo che ho pubblicato, ma è il terzo romanzo che scrivo. In ogni Paese vengono date interpretazioni diverse a questa storia. In Italia le case editrici lo hanno considerato un libro importante, che doveva essere pubblicato. In Francia è stato avvicinato all'Olocausto. Ora è presente in 23 paesi e man mano che viene pubblicato imparo qualcosa di nuovo" spiega la scrittrice che sta preparando un nuovo libro. "Lavoro da un po' a una nuova storia che ha, ancora una volta, molti rapporti con la morte e il femminile. Non sarà ambientata in Venezuela, è una storia latinoamericana" racconta Karina Sainz Borgo che collabora alla pagina culturale di giornali e radio spagnoli, tra cui a Zenda, il progetto di Arturo Perez Reverte che "ha riunito - racconta - molti scrittori e giornalisti giovani per un sito web dedicato alla letteratura e ai libri. E adesso stiamo cominciando a pubblicare libri, classici della letteratura e d'avventura".
   

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