Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Pivano, i suoi Viaggi ad alta voce

Pivano, i suoi Viaggi ad alta voce

In un volume le registrazioni su nastro dei percorsi on the road

ROMA, 08 gennaio 2018, 15:33

Mauretta Capuano

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

 FERNANDA PIVANO, 'VIAGGI AD ALTA VOCE (1968-1979)' (Bompiani, pag. 288, euro 18,00). Viaggiava e registrava. Incideva sul nastro emozioni, interviste, riflessioni personali. Fernanda Pivano non si allontanava mai da casa senza il suo piccolo registratore giapponese, inseparabile compagno di viaggio che le ha giocato anche dei brutti scherzi - come nel 1971 quando, per le batterie scariche, ha perduto la sua conversazione con William Burroghs - ma dove è rimasto inciso il suo sguardo sul mondo.
    E proprio dal ritrovamento, nell'archivio Pivano, delle registrazioni realizzate nei suoi percorsi on the road è nato 'Viaggi ad alta voce', un libro speciale pubblicato da Bompiani, a cura di Enrico Rotelli, con introduzione de La Pina. E' un diario vocale di alcuni dei luoghi visitati tra il 1968 e il 1979, spesso in compagnia dell'allora marito Ettore Sottsass, il suo Ettorino, morto nel 2007, conosciuto quando lei era una ragazza dalla lunga treccia bionda, che ha scattato le migliori foto dei ''suoi anni felici''.
    Dal Giappone a Papua, al Marocco, alla Tunisia, alla Spagna, Vienna, l'India, il Nepal e gli Stati Uniti, dove la Pivano andò la prima volta nel 1956, si rivive soprattutto il piacere e la meraviglia della scoperta di luoghi che in quegli anni erano poco visitati, oltre ad entrare in un'atmosfera irripetibile.
    Poi ci sono i dialoghi con il marito e le conversazioni e confidenze con amici vecchi e nuovi: Andrea Branzi a Interlaken, Gretel Marinotti in Marocco, Jack Crockett in Tunisia, Davide Maroni in Scozia. Come viene sottolineato nell'avvertenza "Fernanda prendeva nota di ogni cosa, incideva i suoni e i rumori di sottofondo e tutte le voci che si intrecciavano alla sua: gli scambi di battute con le guide turistiche che la accompagnano in Giappone e in Nepal o con il pilota di elicottero con cui sorvolava i grattaceli di New York". Ma, "nel necessario lavoro di selezione - continua la nota - che è alla base di questo libro, l'editore ha scelto di non far comparire tutte queste voci, così come non sono riportate tutte le trascrizioni e non si è dato conto di tutte le tappe". A cento anni dalla nascita, il 18 luglio del 1917, della Nanda, come gli amici chiamavano la Pivano, e a poco meno di dieci anni dalla sua morte, il 18 agosto 2009, ritroviamo in queste pagine lo spirito dell'esploratrice, della pioniera e dell'americanista che ha sprovincializzato l'Italia, allieva di Cesare Pavese, amica di Hemingway, Kerouac, Ginsberg e Gregory Corso, che è rimasta sempre "l'eterna ragazza della cultura". "Questa volta Ginsberg non sarà a New York, lo dovrò raggiungere in Colorado. In fondo mi fa piacere. Sarà la prima volta che andrò da sola. Non sono mai stata in Colorado. Denver è una città che è proprio la culla di questa saga di Kerouac e di Ginsberg e ho una certa curiosità di vederla. Certo vederla con Ginsberg sarà quasi la perfezione" dice la Pivano nel 1972, nel nastro dedicato a New York. E aggiunge: "naturalmente i viaggi a New York non sono stati come i viaggi dei miei dolci mari del Sud o i viaggi della mia dolce Indonesia, o i viaggi del mio dolce Giappone..".
    Ogni capitolo del libro riporta il Nastro e il lato di registrazione come a voler ricordare che ci troviamo in un racconto che si costruisce passo dopo passo e procede trascrivendo il visto e il vissuto, un reportage nello stile della Nanda. Come spiega bene La Pina - nome d'arte di Orsola Branzi, figlia dell'architetto Andrea Branzi, amico di Fernanda Pivano ed Ettore Sottsass, che ha conosciuto da ragazza la Nanda - "il risultato sono cartoline fatte di parole e sensazioni filtrate dal suo cuore on the road". E se "la Nanda avesse viaggiato oggi, sono certa - aggiunge - che avrebbe amato Airbnb. Lei, Ettore, il mio babbo e tutta la loro gang sono viaggiatori giocanti e arredanti".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza