AA.VV. PERCHÉ SÌ. LE RAGIONI DELLA RIFORMA COSTITUZIONALE (Editori Laterza, pp.136, 10 Euro).
Domani 13 novembre pubblicheremo la presentazione di STEFANO RODOTÀ, DEMOCRAZIA E COSTITUZIONE. PERCHÉ DIRE NO ALLA RIFORMA BOSCHI E COSTRUIRE UNA POLITICA COSTITUZIONALE (Castelvecchi, pp. 90, 12,50 Euro) E' tempo di cambiare passo e l'Italia deve farlo a partire dalle sue fondamenta, la Costituzione, che resterà immutata nei suoi valori e sempre 'la più bella del mondo', come in tanti amano dire, ma più moderna e funzionale alle esigenze del Paese e di chi lo abita. Ne sono convinti i costituzionalisti ed esperti di istituzioni che per Laterza hanno scritto il libro 'Perché sì.
Le ragioni della riforma costituzionale', un interessante vademecum esplicativo in vista del referendum che ci attende tra poche settimane. Il linguaggio adottato è semplice e diretto, il libro è snello (i 15 brevi capitoli sono firmati da Carlo Fusaro, Cesare Pinelli, Roberto Bin, Vincenzo Lippolis, Giulio M. Salerno, Andrea Morrone, Francesco Clementi, Tommaso Edoardo Frosini, Tania Groppi, Lorenza Violini, Marilisa D'Amico, Stefano Ceccanti, Peppino Calderisi, Beniamino Caravita, Salvatore Vassallo, con introduzione di Massimo Rubechi), il tono è tutt'altro che pedante: anche se a qualcuno la materia potrà sembrare ostica, il testo offre tutti gli strumenti per farsi un'opinione e arrivare preparati all'appuntamento del 4 dicembre. Con argomentazioni tecniche e giuridiche, gli esperti entrano subito nel vivo della riforma per renderla intellegibile a tutti, o almeno al maggior numero possibile di cittadini. Innanzitutto si ribadisce che la proposta del governo non riguarderà in alcun modo la prima parte della Costituzione (con i principi fondamentali e i diritti e i doveri dei cittadini) né la forma di governo, che resta parlamentare, né ancora la legge elettorale. Poi, 'smontando' le tesi dei promotori del No, si procede via via affrontando le modifiche proposte dal testo: la trasformazione del Senato, che da 'doppione' della Camera diventa un'assemblea in grado di rappresentare gli enti locali; la limitazione dell'abuso dei decreti-legge e della questione di fiducia; la semplificazione del procedimento legislativo volta a evitare ritardi e il rischio che si ceda a ricatti o interessi corporativistici; la ridefinizione degli ambiti di intervento per Stato e Regioni; il disegno di un nuovo Titolo V, che riequilibra i poteri statali, regionali e locali; il potenziamento degli strumenti di partecipazione popolare; la diminuzione degli sprechi, anche con il minor numero dei senatori. E poi l'importante garanzia della presenza femminile nelle istituzioni rappresentative, sia nel nuovo Parlamento che nelle nuove Regioni. "Una riforma che rende l'Italia più stabile, più semplice e più efficiente": così la ministra Maria Elena Boschi, firmataria della riforma stessa e autrice della prefazione del libro, definisce il nuovo disegno della nostra architettura costituzionale, chiamando a raccolta il popolo italiano perché "la Costituzione è di tutti" e nessuno dovrebbe tirarsi indietro di fronte a una scelta che potrebbe cambiare, dopo anni di immobilismo, il futuro del nostro Paese.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA