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Tim Burton, mi identifico in Mercoledì

Tim Burton, mi identifico in Mercoledì

A Lucca per serie Netflix, 'problemi mentali per metà mia vita'

ROMA, 31 ottobre 2022, 18:54

di Francesca Pierleoni

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Tim Burton, mi identifico in Mercoledì - RIPRODUZIONE RISERVATA

Tim Burton, mi identifico in Mercoledì - RIPRODUZIONE RISERVATA
Tim Burton, mi identifico in Mercoledì - RIPRODUZIONE RISERVATA

Per uno dei maestri più visionari del cinema mondiale, Tim Burton, infanzia e adolescenza sono sempre state un tesoro di storie, fra sogni e incubi: tornano in Mercoledì, suo esordio nelle serie, un racconto teen comedy/mystery/fantasy "un po' horror" dice il regista, realizzato per Netflix, dove debutta il 23 novembre. Gli otto episodi (Burton ne dirige i primi quattro ed è produttore esecutivo del progetto) sono incentrati sulla geniale, laconica e pericolosa primogenita qui adolescente (la interpreta Jenna Ortega) dell'iconica Famiglia Addams. "Mi sono sempre sentito come Mercoledì da teenager, sarei benissimo potuto essere lei - spiega Burton in conferenza stampa a Lucca Comics & Games, dove viene presentato in anteprima europea il primo episodio -. Avevo lo stesso punto di vista in bianco e nero. E' stata sempre rappresentata come una bambina, ma a me interessava vedere come reagisse a scuola, con gli insegnanti, all'andare in terapia".

Creata negli anni '30 da Charles Addams, in versione fumetto, La famiglia Addams, tanto divertente quanto dark, è tornata più volte sul piccolo e grande schermo: "Sono cresciuto guardando la serie e soprattutto leggendo i fumetti - spiega il regista, che aveva anche avviato un progetto poi abbandonato di un film in stop motion sul tema -. La famiglia Addams è l'emblema della famiglia strana, come lo sono, in fondo, tutte le famiglie". Poi "la maggior parte dei bambini è imbarazzata dai genitori... immaginatevi avere Morticia come madre, si andrebbe fuori di matto". Raccontare Mercoledì riporta Burton anche a trattare temi come l'accettazione di sé e la propria emotività: "Ho avuto problemi di salute mentale per metà della mia vita e mi identifico in Mercoledì - sottolinea -. Per me è una fonte di ispirazione. Lei è molto chiara, diretta, dice quello che prova. Questo la porta a mettersi nei guai nei confronti degli altri, ma a livello simbolico ha una forza silenziosa e semplice che per me è molto importante". Qui troviamo la protagonista (Ortega) che dopo un 'incidente' nel precedente liceo viene iscritta dai genitori Morticia (Catherine Zeta Jones) e Gomez (Luis Guzmán) alla scuola che avevano frequentato anche loro, la Nevermore Academy, specializzata nell'educare "mostri, freaks e 'reietti'" (tra gli studenti famosi del passato Edgar Allan Poe) diretta dalla preside Larissa Weems (Gwendoline Christie). Per la laconica teenager è l'occasione di fare una serie di bizzarri incontri ma anche di iniziare a indagare su una serie di violenti e inspiegabili omicidi. Nel cast, fra gli altri, anche Isaac Ordonez (Pugsley Addams), Emma Myers, Hunter Doohan, Joy Sunday, Naomi J Ogawa, Riki Lindhome e Christina Ricci, qui professoressa della scuola, e già straordinaria interprete di Mercoledì nei film del 1991 e 1993.

Mercoledì "va in una scuola per reietti e si sente reietta fra i reietti - aggiunge Burton - è quello che ho provato tutta la mia vita, nei confronti della scuola, dei genitori, degli altri. Questo progetto mi corrisponde". E' "un personaggio iconico e non ci sarebbe stata la serie senza Jenna - sottolinea ancora -. Non era facile trovare chi potesse incarnarla, lei lo fa molto anche attraverso i suoi occhi. Jenna è una persona con molta forza di carattere e riflette il personaggio che è in bianco e nero, ma fa trasparire qualche lato umano, senza tradire la sua essenza". Tra gli aspetti che Tim Burton ha in comune con Mercoledì c'è anche la diffidenza per web e social: "Io ho paura di internet - dice sorridendo -. Ogni volta che vado a cercare qualcosa mi ritrovo in qualche buco nero come video con inquietanti gatti... E' uno strumento nato per il bene, ma mi sembra spesso spesso venga utilizzato per il male". Il debutto come regista di serie l'ha vissuto con naturalezza: "Era interessante lavorare a un ritmo diverso, qui c'è una cottura più lenta, è stato molto piacevole. Ho dato la linea generale e gli altri registi l'hanno portata avanti". Comunque "il mio primo primo amore sono i film, e penso, spero - conclude - che ci sia ancora spazio per il cinema".

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