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Formigli, a Piazzapulita riparto dall'Italia che saremo

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Formigli, a Piazzapulita riparto dall'Italia che saremo

Il giornalista, "appello a Meloni: venga a farsi intervistare"

ROMA, 07 settembre 2022, 14:30

di Daniela Giammusso

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Formigli, a Piazzapulita riparto dall 'Italia che saremo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Formigli, a Piazzapulita riparto dall 	'Italia che saremo - RIPRODUZIONE RISERVATA
Formigli, a Piazzapulita riparto dall 'Italia che saremo - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Giorgia Meloni ci ha fatto sapere in tutti i modi che non verrà a Piazzapulita. Né lei, né altri esponenti del suo partito. Colgo l'occasione per farle sapere che non solo l'invito è valido, per lei e per Matteo Salvini, ma propongo un'intervista pacata, corretta e professionale. Solo io e lei, io e Salvini, con domanda e risposta. Come nelle democrazie avanzate, rivendico il diritto di porre domande su tutto ai politici, dando loro il tempo di rispondere". Riparte così, lanciando un appello attraverso l'ANSA, Corrado Formigli con la "sua" Piazzapulita, il programma d'informazione di La7 che torna, per la dodicesima edizione, da domani ogni giovedì alle 21.15.
    "Quando abbiamo chiuso a giugno - racconta il giornalista - come molti, mai mi sarei aspettato di andare al voto a settembre. Credo sia un supremo atto di incoscienza dei partiti, davanti a un elettorato stanco e distratto e loro stessi che non avevano ancora a fuoco i programmi. Lo vediamo anche in questa campagna elettorale così caotica e confusa. Perché è accaduto? Perché qualcuno ha pensato a incassare il consenso piuttosto che al bene del Paese. Da una parte abbiamo visto Conte che voleva riconquistare i panni del partito dell'opposizione e ha temuto di perdere consensi con Draghi. Dall'altra, Salvini e la destra che hanno pensato fosse il momento migliore per loro".
    Oggi si torna quindi in onda mettendo sempre al centro il racconto della realtà, le interviste internazionali e il fact-checking delle promesse dei leader politici. "Ripartiamo dal ragionamento e dalla critica politica e dal racconto della realtà delle persone comuni - spiega Formigli -. Ci chiederemo che Paese saremo se, come dicono oggi molti segnali, a vincere sarà la destra e se sarà la Meloni a salire a Palazzo Chigi.
    Perché sul tavolo non c'è solo il caro bollette, ma temi come l'integrazione, i diritti civili, la convivenza. Se vincerà la destra, guarderemo a Orban o saremo un Paese moderno, capace di guardare ai giovani?".
    Si racconterà poi "la battaglia dei cittadini di Piombino contro il rigassificatore, che - dice - ben disegna il ritratto di un'Italia di cui la politica si ricorda solo in campagna elettorale o per chiedere sacrifici". Tra i desideri, "andare in Ucraina a raccontare una guerra che non deve essere dimenticata".
    Intanto, ospiti della prima puntata saranno il segretario del Pd, Enrico Letta; il leader del Terzo Polo, Carlo Calenda; la scrittrice ungherese Edith Bruck; l'ex Ad di Snam, Marco Alverà; Nunzia De Girolamo e i giornalisti Francesco Borgonovo, Mario Calabresi, Stefano Cappellini, David Parenzo e Antonio Padellaro. Tornerà con i suoi racconti Stefano Massini, fresco del trionfo ai Tony Awards. Ma non, appunto, i leader della destra. "Non si capisce perché in Italia se vieni dato per vincente, vale per la destra come per la sinistra, poi non vuoi partecipare a confronti - riflette Formigli - Come se il confronto fosse tra percentuali e non tra idee. Non vogliono duelli, pongono veti e, in caso, scelgono solo trasmissioni 'amiche'. Penso che la politica abbia un po' perso il senso della sfida, del rischio e anche della discussione a viso aperto. E trovo sia estremamente irrispettoso nei confronti degli elettori limitarsi ai comizi. Ricordo invece quanto venne apprezzato Silvio Berlusconi quando accettò l'invito di Michele Santoro".
    Prodotto da Banijay Italia, nel corso delle puntate il programma vedrà nella squadra di ospiti anche Tito Boeri, Selvaggia Lucarelli e Alessandra Sardoni. Ma i talk show politici non erano dati per morti? "Forse lo dicono perché ci sperano - sorride Formigli -. Ma più lo dicono più il talk show è vivo. Siamo morti? Va bene, però parliamo a milioni di persone tutte le settimane"
   

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