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Cip e Ciop 30 anni dopo parlano come Bova e Morelli

Cip e Ciop 30 anni dopo parlano come Bova e Morelli

Dal 20/5, su Disney+ con voci anche di Chillemi e Bascir

ROMA, 16 maggio 2022, 18:43

di Daniela Giammusso

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Mai scoiattoli sono stati più carini, famosi e, all'occorrenza, avventurosi. A trent'anni dalla serie tv (e a ben 80 dal primo fumetto), Cip e Ciop tornano protagonisti e, almeno in italiano, conquistano due voci come Raoul Bova e Giampaolo Morelli. Accade in "Cip e Ciop - Agenti speciali", la nuova commedia d'azione diretta da Akiva Schaffer (Saturday Night Live) e scritta da Dan Gregor e Doug Mand (Crazy Ex-Girlfriend), che fonde animazione Cgi e live-action, al debutto in esclusiva il 20 maggio su Disney+.
    Un'avventura per grandi e piccini, è il caso di dirlo, perché per sorridere e appassionarsi alle due piccole star non è necessario esser stati bambini negli anni '90 (ne' aver letto i loro fumetti), ma se si è "grandi" la sfida da non perdere è quella di cogliere quante più citazioni dal mondo del cinema e della tv sono disseminate lungo questa storia.
    "I personaggi Disney? Ormai per me è una passionale trentennale, nata prima con i miei figli grandi e proseguita poi con le bimbe", sorride Bova. "Per me è un onore far parte in qualche modo di un catalogo Disney", aggiunge Morelli. "Dietro ogni loro storia c'è un bellissimo messaggio", aggiunge Francesca Chillemi, al suo esordio come doppiatrice di cartoon, nei panni di Scheggia, la bionda topolina geniale inventrice, mentre Jonis Bascir è il forzuto Monterey Jack, come ogni topo che si rispetti, gran goloso di formaggio.
    Nel film - prodotto da Todd Lieberman (Wonder) e David Hoberman (La Bella e la Bestia) e con le musiche del compositore Brian Tyler - Cip e Ciop vivono tra i cartoni animati e gli umani nella Los Angeles di oggi, con esistenze ormai molto diverse. Cip ha ceduto a un'ordinaria quotidianità di periferia come assicuratore. Ciop ha subito un intervento di chirurgia Cgi e lavora invece nel circuito delle convention nostalgiche, alla disperata ricerca di rivivere i giorni di gloria. Quando un ex membro del cast scompare misteriosamente, i due devono ricucire l'amicizia spezzata e vestire nuovamente i panni di agenti speciali per salvarlo.
    Un reboot che in qualche modo lancia un'autocritica ai reboot stessi e a un certo dilagare di fake e imitazioni. Ma che mette anche al centro il grande tema che il "rischio più grande è non rischiare mai". "E' assolutamente così - sorride Francesca Chillemi - Io ho rischiato sin da quando sono partita da un piccolo paesino per fare questo mestiere". "Quando ho iniziato io non esistevano ruoli per mulatti - prosegue Bascir - Ho rischiato. E ora è normale che un ragazzo con la faccia scura possa interpretare un Mario qualunque". "Il rischio è anche buttarsi in qualcosa che non conosci - riflette Bova - Può essere una bella scoperta". "Già fare questo mestiere è un rischio. Io poi venivo da una famiglia borghese napoletana, ero un bambino dislessico, a scuola si pensava fossi un po' stupido.
    Mi sono dovuto trovare qualcosa di pratico da fare - racconta Morelli - Ho rischiato".
    Quanto ai reboot, "quando se ne fa uno, vuol dire che l'originale era bello - dice Bova - Forse oggi se ne realizzano di più per il momento difficile. Una certa critica è necessaria". A volte, però, aggiunge Bascir, papà tre volte, "io rifacimenti servono anche per far conoscere ai ragazzi personaggi fondamentali, che altrimenti non rivedrebbero".
    Ma come Cip e Ciop rivelano nel film, ripensare ai propri esordi porta un po' di nostalgia? "La mia è tutta positiva: iniziai con Gigi Proietti", sorride Bascir. "Un po' si - risponde Morelli - Io ripenso a quell'appartamento da studenti che affacciava sul muro degli studi De Paolis a Roma. Al tempo erano fatiscenti, ma mi consolavo pensando che lì aveva recitato Totò".
   

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