Dopo il debutto al
Kilowatt Festival di Sansepolcro lo scorso luglio, Miserella, il
nuovo spettacolo del Teatro dell'Argine, inaugura il 16 ottobre
(repliche fino al 20 e dal 23 al 27) la stagione dell'ITC Teatro
di San Lazzaro di Savena, appena fuori Bologna. "Miserella" è il
nome popolare dato nel dialetto toscano alla pianta nota come
Daphne Mezereum o "fior di stecco" perché, su un gambo
all'apparenza secco, morto, ospita una miriade di fiori. Diretto
da Micaela Casalboni, Miserella è un lavoro di teatro d'attore,
anzi d'attrice, sul tema del corpo che cambia, invecchia e si
trasforma, in particolare il corpo femminile, ma non solo. "Chi
sono io quando nasco? E chi (cosa?) divento quando cresco, muto,
mi trasformo, fino quasi a non riconoscermi nello specchio o a
non riconoscermi nel mio corpo, che non obbedisce, duole, si
rifiuta, fa ma poi si spezza? - Si chiede la regista -.
Ginocchia, voce, schiena, mani, occhi (e occhiaie e occhiali),
capelli (tinti), ritmo del sangue, sinapsi e neuroni, sensi e
sensibilità, forza vitale e decadimento". In scena, quattro
attrici, quattro corpi, diversi fra loro, che agiscono lo spazio
e la voce alla ricerca di un nuovo patto con il proprio sé che
cambia, corpo di madre, corpo di attrice, corpo di ballo, corpo
sterile, voce-corpo che si astrae da sé per guardarsi
dall'esterno. Nel far questo, esplorano umori, atmosfere,
situazioni, memorie proprie e altrui, che si susseguono e si
richiamano non secondo una trama lineare, bensì abitando piani
diversi che si intrecciano, mescolando ironia e inquietudine,
sarcasmo e sofferenza, sopraffazione e solidarietà, depressione
e gioia ritrovata, "in uno spazio che potremmo definire
surrealmente quotidiano, una specie di sala d'attesa (o
Purgatorio? Limbo?): - spiega ancora Casalboni - lo spazio della
cosiddetta Mezza Età, che non è ancora Vecchiaia, che non è più
Gioventù, che non si sa davvero che cosa sia, ma si sussurra che
non sia niente di buono". Il Teatro dell'Argine nasce attorno a
un'idea di teatro multiforme, partecipato e di confine: è
diretto dai registi Andrea Paolucci, Nicola Bonazzi e
dall'attrice Micaela Casalboni. La compagnia si è aggiudicata il
Premio Ubu per il progetto Politico Poetico.
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