(di Bianca Maria Manfredi)
Come si può prescindere
dall'aperitivo a Milano? difficile se non impossibile. Ed è
forse partendo da questa idea che Stefano Massini, pluripremiato
drammaturgo e attore, con all'attivo cinque Tony Awards per la
sua trilogia Lehmann Brothers, ha creato una 'Drink Jazz Suite'
dedicata alla saga della famiglia Campari, che è andata in scena
al teatro Dal Verme nel primo giorno milanese del festival MiTo.
A Massini il nuovo direttore artistico del festival, Giorgio
Battistelli, aveva chiesto di pensare a qualcosa che fosse
memoria storica di Milano e Torino e Massini ha scelto di creare
una narrazione su Martini & Rossi per il coté piemontese e
Campari per quello lombardo.
Ad accompagnarlo un ensemble jazz capitanato dal sassofonista
Emanuele Cisi con Eleonora Strino alla chitarra, Marco Micheli
al contrabbasso e Enzo Zirilli alle percussioni. Voce narrante
sul palco, non a caso illuminato del color rosso tipico del
Campari, lo stesso Massini che per oltre due ore - forse più di
quello che si aspettava il pubblico - senza intervallo, se non
gli intramezzi musicali, ha raccontato la storia, anzi ha creato
un'epica di una dinastia che non si è accontentata del proprio
destino e dalle campagne del Pavese è arrivata a Milano passando
per Torino e Novara.
A Novara Gaspare Campari arriva a 14 anni, inizia a lavorare
da Bass, liquoreria dove impara i segreti delle erbe. Da lì a 22
anni passa a Novara dove apre il suo primo caffè per arrivare a
34 anni a Milano. È il racconto di qualcuno che non si
accontenta e pensa fuori dagli schemi. Apre il suo locale in
piazza Duomo nel 1864 sapendo che da lì a poco verrà distrutto
per lasciare spazio a Galleria Vittorio Emanuele dove però in
questo modo riesce ad avere il suo caffè e anche un appartamento
dove nasce, primo milanese a nascere in Galleria, Davide, il suo
primogenito. È Gaspare a inventare un bitter che vuole essere
sorprendente fin dal colore, il rosso. Un bitter che presto,
nell'uso della gente, cambia nome e diventa il Campari. A
continuare la sua attività sono Davide, visionario come il
padre, e l'ultimogenito Guido più defilato. Davide apre uno
stabilimento, che poi avrà la sua sede a Sesto San Giovanni,
inventa il Cordiale, nel 1915 apre un nuovo locale in Galleria,
lo storico Camparino. E - racconta Massini - pensa che piuttosto
che occuparsi di digestivi, che si prendono dopo mangiato e sono
"le pompe funebri del pasto" è meglio pensare al prima,
all'aperitivo. È lui a pensare al primo aperitivo monodose del
mondo, il Campari soda, che viene venduto in una bottiglia
ideata da Fortunato Depero, un calice capovolto di forma
triangolare che ancora oggi conserva la sua caratteristica
forma.
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