"I Momix oggi sono più vecchi e coraggiosi, osano di più. Il pubblico è cambiato allo stesso modo". Moses Pendleton non si lascia sfuggire l'occasione di ricorrere a un gioco di parole - older and bolder - per descrivere come la sua compagnia sia cambiata in oltre 40 anni di anni di attività. L'inventore di questo straordinario gruppo di danzatori e acrobati porta nella capitale il nuovo spettacolo Back to Momix che andrà in scena dal 7 al 19 novembre al Teatro Olimpico per la Filarmonica Romana confermando una collaborazione cominciata nel 1984. In questo stesso teatro nel 2020 i Momix tennero l'ultimo show prima della chiusura totale provocata dal Covid. "Sono davvero eccitatissimo di tornare a Roma - dice Pendleton ai giornalisti in videoconferenza dal Connecticut -. È proprio il clou della nostra stagione".
Desiderio di leggerezza e spensieratezza con lo sguardo rivolto al futuro è il segreto delle acrobazie e dei virtuosismi che hanno reso famosa e applaudita ovunque la creatura modellata da Pendleton con il contributo della moglie Cynthia Quinn. Sul palco otto i danzatori illusionisti - Jessica Adams, Blake Bellenger, Anthony Bocconi, Alison Coleman, Nathaniel Davis, Adrienne Elion, Kelly Trevlyn-Fatscher, Seah Hagan - impegnati a reinterpretare i classici che hanno scritto la storia della leggendaria compagnia accanto a brani totalmente nuovi. '"È uno show dinamico e surreale - spiega - con molti cambi di costumi e immagini, momenti clou di altri nostri precedenti spettacoli. Ci sono pezzi vecchi rivisti come se fossero cose nuove e abbiamo inserito elementi tecnici hanno dato una nuova veste a questi nostri brani". Fra questi Moon Beams, che manca dalla capitale da vent'anni, o Table Talk di solito interpretato da un danzatore, questa volta affidato a Jessica Adams, "che porta uno spirito tutto femminile alla coreografia, dandole una dimensione e un significato nuovi". Ci sono estratti da Botanica, divenuto un classico dei Momix. "Mi sono ispirato per prima cosa a Vivaldi e al suo ciclo delle Quattro Stagioni arricchito da altre fonti sonore - spiega il coreografo -. Si vede un fiore in un uccello, un essere umano in una roccia, una donna in un uomo.
Bisogna usare la fantasia, l'immaginazione, la creatività. Nei nostri spettacoli cerchiamo di provocare quella che io chiamo 'optical confusion': un modo per eccitare i nervi del cervello e stimolare la creatività". La novità dello spettacolo - che dopo Roma sarà a Firenze, Salerno per concludere il tour italiano il 6 e 7 dicembre a Civitanova Marche - è Red Dogs, un brano di quattro minuti che sarà presentato per la prima volta a Roma. "Originariamente volevamo portare una bellissima scultura posata su uno specchio gigantesco, ma il trasporto sarebbe stato proibitivo - spiega Pendleton -. Cynthia ha pensato allora a un gonfiabile e in un negozio di oggettistica per Halloween abbiamo comprato cani rossi giganteschi evocando i Balloon Dogs dello scultore Jeff Koons che valgono cento milioni di dollari. L'unica differenza è che i nostri costano 49 dollari e 99 centesimi".
Quanti danzatori sono passati nei Momix e come sono cambiati rispetto agli inizi? "Non si possono contare esattamente per quanti sono stati in quasi cinquanta anni. Anch'io sono cambiato. È una sfida fare i nostri brani vecchi adesso. I ballerini oggi non sono migliori ma hanno una maggiore preparazione anche di danza classica. Quello che è cambiato è la capacità di muoversi fisicamente e interpretativamente. La loro interessantissima abilità è di essere qualcosa al di là dell'umano ma assieme alla musica, in modo musicale".
Far parte dei Momix vuol dire essere divertenti, osserva. "Il futuro richiede movimento, e dove c'è movimento c'è possibilità di cambiamento, pensare positivo altrimenti ci portiamo dietro il buio del passato. Ci dovrà essere sempre una intelligenza e una visione, è la nostra immaginazione a creare e a fare in modo che ci sia sempre un futuro".
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