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Montanari, la mia prima regia con Play House

Montanari, la mia prima regia con Play House

Guida il Narni Città Teatro, poi tour con Guanciale e serie Sky

ROMA, 16 giugno 2022, 19:41

di Daniela Giammusso

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Il cinema non è la sala, come il museo non è solo il luogo dove sono appesi i quadri. Allo stesso tempo il Teatro non è l'edificio fisico. È così che io e Davide Sacco abbiamo pensato questa tre giorni. Punto di partenza, la condivisione assoluta, in cui il teatro diventa un concetto di umanità. Si arriva, ci si vede, si scambiano progetti, idee".     L'impressione è che sia davvero un fiume di idee quello di Francesco Montanari, attore, regista, eternamente (e con egual successo) diviso tra teatro, cinema e tv, presto al debutto come scrittore (con "il mio primo romanzo, ma ne parleremo più avanti", strizza l'occhio) e anche "capitano" di Narni Città Teatro, terza edizione del festival di cui firma la direzione artistica insieme a Davide Sacco, in programma nella cittadina umbra dal 17 al 19 giugno.     "Saranno 35 eventi in 3 giorni, dove ci sarà tutta Narni - racconta all'ANSA - Anzi, Narni stessa diventerà teatro con tanti spettacoli e incontri con il pubblico. Il sottotitolo è Linguaggi Fantastici perché abbiamo voluto un mix di tutto ciò che riguarda lo spettacolo dal vivo, in una fusione di stili e generi diversi".     Così, tra Piazza dei Priori e la Rocca Albornoz, chiostri e palazzi storici, persino sul Ponte Cardona, oltre che ovviamente al Teatro Comunale, il programma va dalla prima nazionale degli "Scritti sull'Arte" che lo stesso Sacco ha tratto da Karl Marx, con Federica Rosellini e Daniele Russo insieme ai 99 Posse; a performance come "Il Terzo Reich" di Romeo Castellucci. E poi installazioni come "Nella Solitudine dei Campi di Cotone" di Bernard-Maria Koltès con la regia di Mario Martone e il riallestimento di Fabrizio Arcuri, spettacoli teatrali come "Every Brilliant Thing", diretto sempre da Arcuri insieme a Filippo Nigro. Fino a Sabina Guzzanti, narratrice d'eccezione del suggestivo appuntamento all'alba tra le rovine dell'Ala Diruta.     Montanari, che l'8 luglio sarà anche al Campania Teatro Festival con Budello di Athos Zontini e poi in tournée in coppia con Lino Guanciale ne L'uomo più crudele del mondo di Sacco, per se' ha tenuto la prima di "Play House" del britannico Martin Crimp, testo che affronta il tema della fine di un rapporto e che segna anche la sua prima regia. "Crimp lo ha scritto per due persone - spiega - Sono 13 quadri, dalla nascita alla fine di una coppia.     L'ho trasformato nella presa di coscienza di un uomo che, di fronte all'ennesima storia finita, dopo anni di analisi, rimette in scena 13 momenti per capire quali meccanismi mette in moto ogni volta per allontanare una persona. Ogni volta, però, salta una parola cardine. È così che capisce sempre qualcosa di più. Io invece - sorride - ne esco sempre con nuove domande".     Speculando qualcuno potrebbe trovare la scelta del testo quasi catartica rispetto alla sua vita personale (e alla fine del matrimonio con la conduttrice Andrea Delogu). "Non avrei problemi a dirlo - risponde lui - In realtà pensavo a questo spettacolo già molto tempo prima. È normale che di fronte alla fine di ogni storia importante si traccino bilanci e riflessioni. Ma credo che la scelta di questo testo faccia parte più di un processo di consapevolezza mio, personale, a tutto tondo".     Intanto l'attore è pronto anche a tornare in tv, all'inizio dell'autunno, protagonista insieme a Elena Radonicich e Giancarlo Giannini dellla nuova serie Sky dedicata al calciomercato, dal titolo, ancora provvisorio, Impero. "E' una grande saga familiare - dice - epica, quasi shakespeariana, ambientata tra procuratori nella competizione sfrenata del dietro le quinte del calcio. Io e il pallone? No, sono imbarazzante - ride - Non frequento, non tifo, non gioco".

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