Guardare in faccia le
contraddizioni della polis, le rovinose cadute della politica,
della giustizia vaga, incerta, dopo una guerra e un'epidemia di
peste, giudicandole senza pietà. E' quanto fa Aristofane ne "Le
nuvole", con linguaggio sferzante, irriverente, facendosi beffa
di ciò che di più sacro Atene aveva creato: la filosofia, i
tribunali, la democrazia, il senso stesso del bene comune. La
regia è affidata a un grande conoscitore della letteratura
greca, Antonio Calenda, che con la commedia è certamente a suo
agio. Le nuvole andrà in scena il 3, e fino al 21 agosto, al
Teatro Greco di Siracusa, per il ciclo delle rappresentazioni
classiche dell'Inda, alternandosi con Le Baccanti dirette da
Carlus Padrissa della compagnia catalana La Fura dels Baus.
Calenda si muove bene tra il varietà, l'avanspettacolo,
sempre maneggiati con ironia. E questa volta pare che possa
chiamare in causa anche il teatro di denuncia alla Brecht. Ne Le
nuvole l'imprevedibile Aristofane mette in scena ogni sorta di
cialtroneria, come l'aver debiti e non pagarli, come difendersi
coi sofismi nei processi, come fregare il prossimo e non
pentirsi.
"Aristofane è un conservatore, soffre molto per le condizioni
drammatiche della polis, ma in quel momento, reduci dalla guerra
del Peloponneso, non trova altro modo che scagliarsi contro il
degrado pericoloso, il declino morale di una civiltà che pure
aveva amato", dice Calenda.
Le scene e i costumi sono di Bruno Buonincontri, le musiche
di Germano Mazzocchetti. In scena Nando Paone (Strepsiade),
Stefano Santospago (Aristofane), Rosario D'Aniello (Xantia),
Massimo Nicolini (Fidippide), Antonello Fassari (Socrate),
Galatea Ranzi e Daniela Giovanetti (corifee), Stefano Galante,
Jacopo Cinque, Alessio Esposito.
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