Era stato il teatro Galli di
Rimini a ospitare, nell'agosto del 1857, la prima
rappresentazione dell''Aroldo' di Giuseppe Verdi. Ora, rinato
nel 2018 a seguito di un lungo restauro dopo la devastazione
della Seconda Guerra Mondiale, il teatro della città romagnola
torna ad ospitare l'opera verdiana - in cartellone il 27 e il 29
agosto - grazie a una coproduzione che vede la sala riminese
capofila, in collaborazione con i teatri Alighieri di Ravenna,
Pavarotti di Modena e Municipale di Piacenza.
Un ritorno al centro della scena per il teatro disegnato da
Luigi Poletti, in attesa del riconoscimento come settimo teatro
di tradizione in Emilia-Romagna, dopo il Comunale di Ferrara, il
Comunale di Modena, il Dante Alighieri di Ravenna, il Municipale
di Piacenza, il Municipale di Reggio Emilia e il Regio di Parma.
Sul palco romagnolo sarà portato un 'Aroldo' inedito, con una
rilettura in chiave attuale del melodramma di Verdi che vedrà il
direttore Manlio Benzi sul podio dell'Orchestra Luigi Cherubini
e del Coro del Teatro Municipale di Piacenza e dietro le quinte
lo scenografo Edoardo Sanchi, che firma con Emilio Sala la regia
e la drammaturgia dello spettacolo. L'opera sarà anche trasmessa
in diretta il 27 agosto, sulla piattaforma Opera Streaming,
progetto della Regione Emilia-Romagna, coordinato del Teatro
Comunale di Modena.
"Non sono tanti in Italia, forse neanche in Europa, i
comuni che aprono un grande teatro in questo inizio di 21esimo
secolo - ha argomentato in videoconferenza l'assessore regionale
alla Cultura, Mauro Felicori - quindi festeggerei di nuovo con
gioia il fatto che si è riaperto un nuovo grande teatro
italiano" come quello di Rimini "e noi assicuriamo il nostro
impegno affinché sia riconosciuto al più presto come teatro di
tradizione come è naturale".
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