Paolo Petroni
''Alla base del mio lavoro
coreografico c'era la ricerca dell'incontro, del contatto e
delle conseguenze fisiche e emotive che questo creava e ora, per
un'opera con distanziamento, ho dovuto rielaborare un metodo e
ho pensato di lavorare su un dialogo con l'architettura, in
questo caso quella di Piano al parco della musica'' spiega Sasha
Waltz che il 18 settembre aprirà con la prima assoluta di
''Dialoge Roma 2020 - Terra sacra'' la 35/ma edizione del
Romaeuropa Festival. Un'edizione in cui il Festival si è
completamente ''ripensato e organizzato con un programma
costruito in stretta aderenza alle direttive vigenti sul
distanziamento in scena e in sala, nel pieno rispetto delle
misure di sicurezza'', come ha spiegato il direttore generale
della manifestazione Fabrizio Grifasi.
Una sfida aver deciso di realizzare questa edizione che non
sarà ''normale nel bene e nel male'', con artisti che dovrebbero
arrivare tra l'altro da Grecia, Spagna, Israele con tutte le
complicazioni che ciò comporta, per realizzare 64 appuntamenti
in 14 spazi con 182 repliche, dal 18 settembre al 15 novembre.
Una sfida voluta per ''tenere alta la bandiera della cultura in
un momento di difficoltà, riconoscendole il valore fondamentale
di crescita, coesione sociale e punto di riferimento per la
costruzione di un nuovo modello di sviluppo'', come hanno
sottolineato tutti alla serata di presentazione a Villa medici,
dal neo presidente di Romaeuropa Guido Fabiani all'assessore
allo sviluppo economico della Regione Lazio Paolo Ornelli al
vicesindaco di Roma Luca Bergamo, che ha anche ricordato come
ormai si attiva ''una collaborazione strutturale tra le varie
manifestazioni partecipate dal comune''.
Lo spettacolo di Sasha Waltz, nato durante il lockdown su
proposta di Grifasi come omaggio a Roma, è anche l'evento
inaugurale tedesco in Italia delle manifestazioni per il
semestre di Presidenza Europea di Angela Merkel.
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