"Dicono di aver aperto un tavolo di
trattativa. Ma con chi? A me non hanno detto niente. Ho provato
a telefonare a tutti, ho cercato al ministero, ma nessuno sa
dirmi nulla". E' un fiume in piena Luca Barbareschi all'indomani
della bocciatura da parte delle commissioni congiunte Affari
Costituzionali e Bilancio degli emendamenti al Milleproroghe che
avrebbero dovuto salvare il suo Teatro Eliseo, con uno
stanziamenteo di "quattro milioni di euro l'anno" per il
triennio 2020-2022, per un totale di 12 milioni.
Dopo il parere negativo del governo, ieri gli esponenti
dell'opposizione, firmatari degli emendamenti, parlavano di
"decisione politica". Ma il viceministro dell'Economia, Antonio
Misiani, aveva annunciato la "disponibilità del ministro della
cultura ad aprire immediatamente un tavolo, su un problema molto
sentito dal governo e dai parlamentari". Dal Mibact però fanno
sapere che il tavolo al quale si sta lavorando non riguarderà
solo il caso di Barbareschi, bensì tutte le situazioni di crisi
del teatro italiano, un intervento sul modello di quanto avviene
in altri ministeri, prima di tutto il Mise, dove vengono
affrontate tutte le crisi.
"Nessuno ne sa nulla", ribatte intanto Barberschi, che completo
scuro e kippah in testa convoca "urgentemente" una conferenza
stampa. "Vogliono farmi chiudere questo teatro, ma chiuderò solo
quando mi porteranno via di peso", tuona, sotto la gigantografia
del francobollo emesso per i 100 anni dell'Eliseo nel 2018,
ricordando che il teatro dà lavoro "a 80 persone più 320 di
indotto ed è un polo di eccellenza, oltre che un gioiello
storico della capitale".
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