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Guenda Goria è Clara Schumann

Guenda Goria è Clara Schumann

Debutto 30/8 a Todi Festival, con testo Manfridi, regia Scaparro

ROMA, 21 agosto 2018, 11:42

di Daniela Giammusso

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Donna di grande talento e determinazione. Una delle pianiste più importanti dell'età romantica, sin da giovanissima concertista di fama mondiale. Oltre che fine intellettuale, manager di se stessa, madre di otto figli e moglie innamorata. Anche contro il volere paterno o la malattia che portò via il genio dell'uomo che aveva sposato. Offuscata dal tempo ma soprattutto dalla fama postuma del consorte Robert Schumann, la figura di Clara Weick Schumann (1819-1896), di cui il prossimo anno ricorre il bicentenario della nascita, sta negli ultimi anni riconquistando il suo posto nella storia. Per la prima volta ora la sua vicenda personale approda in scena insieme al suo pianismo con "La pianista perfetta", testo scritto da Giuseppe Manfridi, per la regia di Maurizio Scaparro, al debutto al 32/o Todi Festival il 30 agosto con Guenda Goria protagonista e coproduttrice (in tournée nel 2019).

"Era da tempo che desideravo coniugare le mie due passioni, il teatro e la musica", racconta all'ANSA la Goria, doppia figlia d'arte (del giornalista Amedeo Goria e della presentatrice Mari Teresa Ruta), vincitrice di numerosi premi pianistici, che in scena reciterà suonando dal vivo. "Clara Schumann - racconta - è una figura strepitosa, sia dal punto di vista musicale che umano, come rivelano molte testimonianze, a partire dalle bellissime lettere che scriveva al marito Robert".

Quello raccontato in palcoscenico è un immaginario pomeriggio del 1856. Clara, già una stella della musica, arriva in un teatro per esibirsi. Ma ai piani alti è in corso una riunione e ad accoglierla non trova ne' fiori, ne' cerimonie. Non si vede baule con abiti ne' accordatori. Solo un giovane garzone, che si ritrova ad ascoltarla (il debuttante Lorenzo Manfridi), mentre da sola accorda il piano.

"Un anno prima il marito ha tentato il suicidio gettandosi nel fiume - prosegue la Goria - Internato in manicomio, non glielo lasciano vedere da un anno e allora lei gli parla attraverso la musica. Hanno un appuntamento immaginario ogni giorno, a una certa ora, e suonano insieme. E' uno degli amori più belli e raffinati della storia della letteratura, che va oltre lo spazio e l'anima".

Tra le note dei "Kinderszenen" "le scene infantili che Robert le aveva dedicato perché lei, scherzosamente, lo definiva 'un bambino'", e poi Mandelssohn, Beethoven, Liszt, "tanto in voga al tempo, ma che Clara non amava perché troppo spettacolare", nel racconto entra anche Brahams "che si occupava dei bambini di casa Schumann. Un'amicizia che qualcuno sospettava fosse una liason". Di certo, si riscopre nello spettacolo, "è grazie a Clara se oggi conosciamo la sua musica così come quella di Robert Schumann: nonostante non piacessero al pubblico del tempo, lei si impegnava, ogni concerto, a inserire le loro composizioni almeno nei bis".

Ne esce un ritratto di una "grande artista, certamente, ma anche di una manager, madre, moglie, una donna con una capacità 'superiore' di stare al mondo. Oggi diremmo una donna 'moderna', sbagliando, perché le donne, in realtà, sono sempre state così.

Solo che non si raccontava". Qual è dunque l'insegnamento di Clara Schumann oggi? "La consapevolezza delle proprie capacità - risponde la Goria che nella prossima stagione sarà anche con Anna Valle in "Cognate " di Eric Assous - Noi donne a volte ci sentiamo ancora un po' inferiori agli uomini. La parità non è così scontata. Clara invece aveva una determinazione senza fronzoli, quasi maschile ma con grande grazia e serenità. La sua era un'assunzione di responsabilità, anche artistica. Una bella lezione".
   

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