(di Lucia Magi)
Arriva il 14 agosto su Disney+
la terza stagione di The Bear, la serie creata da Chris Storer
sul clan Berzatto di Chicago che, tra mille avversità, dissapori
e cicatrici, cerca di trasformare la bettola di proprietà
familiare in un ristorante con aspirazioni stellate. Al solito,
recitazione, regia, montaggio e colonna sonora sono impeccabili.
Eppure, le nuove puntate solleticano il palato senza saziare.
La prima stagione - uscita nel 2022 e premiata con 10 Emmy a
gennaio - era stata un ottimo antipasto, capace di fare
affezionare a una brigata di personaggi feriti e bisognosi di
seconde occasioni, capeggiata dallo chef Carmy (Jeremy
Allen-White), che tornava in città per prendere le redini della
tavola calda gestita dal fratello appena morto suicida. La
seconda (con un record di 23 candidature ai prossimi Emmy) era
un sontuoso primo piatto, che mescolava gli ingredienti in modo
sicuro, si prendeva il lusso di seguire la parabola di alcuni
personaggi, deviando dalla linea narrativa principale, e di
presentare l'intera famiglia in uno strepitoso episodio di
flash-back.
Le ultime dieci puntate hanno il sapore dell'insalata di
rinforzo. Un contorno gustoso, ma interlocutorio, che serve a
solleticare la promessa di una quarta portata più completa e
saporita. Fx ha già confermato una nuova stagione e, anche se
attori e produttori hanno le bocche cucite, pare che la
lavorazione sia partita. E meno male, perché chi si è
affezionato a Carmy, Sydney, Richie e agli altri, rimane deluso
quando la stagione finale si chiude con la scritta "to be
continued…", lasciando personaggi e storia con gli stessi nodi
irrisolti di sempre.
La narrazione si apre dove si era chiusa: Carmy è appena
uscito dalla cella frigorifera in cui era rimasto bloccato,
perdendosi l'inaugurazione del ristorante per amici e parenti e
sputando la sua frustrazione addosso al solito cugino Richie
(Ebon Moss-Bachrach) e alla dolce Claire (Molly Gordon). Sempre
più sepolto nel lavoro e nell'ossessione della perfezione, lo
chef non affronta questi rapporti. Smette addirittura di fumare
per non perdere tempo; "Every second counts", è il motto della
cucina. In cinque ore di tv, farà a mala pena due sorrisi.
Sempre con gli occhi dolenti, però.
Anche Sydney (Ayo Edebiri, che ha meritato l'Emmy come
miglior attrice secondaria per la prima stagione e la
candidatura a miglior protagonista per la seconda) resta
incagliata nei medesimi dubbi con cui l'abbiamo conosciuta: come
arginare Carmy? Come trovare la propria voce? In più, deve
rispondere a un'offerta di lavoro, ma non sceglie. Richie è
cresciuto nella stagione precedente e qui lo vediamo tenerissimo
con la figlia e insofferente con il cugino e la sua abnegazione
esasperata.
Natalie Berzatto, sommersa dai conti che non tornano e dalla
pressione dello zio che finanzia il ristorante, sta per
diventare madre ed è costretta ad affrontare il rapporto con la
sua, una donna depressa e dipendente dall'alcool, interpretata
dalla magistrale Jamie Lee-Curtis. Il ristorante che dà il nome
alla serie, finalmente, apre le porte. È sempre pieno, ma le
spese (economiche e umane) sono altissime. Per svariate puntate
monta la tensione per una recensione del Chicago Tribune, che
però non arriva mai. Tutto rimandato alla prossima stagione.
Speriamo arrivi presto.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA