Nel 2024, quasi 1.500 artisti hanno generato oltre 1 milione di dollari in royalty dalla piattaforma Spotify. Non si tratta solo di grandi nomi noti: l'80% non aveva una canzone nella classifica Spotify Global Daily Top 50, testimoniando come oggi nella nuova economia mondiale dello streaming anche gli indipendenti, i meno mainstream e i generi di nicchia possono "farcela" e conquistare il mondo. A raccontarlo sono i dati di Loud & Clear 2025, il Report annuale di Spotify sullo streaming musicale e la sua economia, presentato da Bryan Johnson, leader del Team Musica della piattaforma, che racconta, attraverso i numeri, successi, tendenze e punti di forza del settore a livello globale.
Per avere un'idea, Spotify raccoglie una comunità di 675 milioni di utenti e nel 2024 è stato il retailer che ha pagato di più a livello globale, versando all'industria musicale oltre 10 miliardi di dollari (ben 60 miliardi dalla sua nascita): è il pagamento più grande nella storia dell'industria musicale, più di quanto qualsiasi altra azienda abbia mai pagato in un solo anno. A testimoniare quanto oggi lo streaming possa abbattere barriere, di genere ma anche di confini, nel report c'è subito il dato che più della metà degli artisti che hanno superato 1.000 dollari in royalty su Spotify nel 2024, lo hanno fatto grazie ad ascoltatori al di fuori del proprio Paese d'origine. Oltre la metà, poi, ha collaborato con almeno un artista estero, percentuale che sale all'80% tra coloro che superano i 100 mila dollari. Ma non solo. La musica è multilingue e i big da 1 milione di dollari su Spotify nel 2024 hanno registrato musica in 17 lingue diverse, il doppio del 2017. La musica di otto lingue diverse ha fruttato ciascuna oltre 100 milioni di dollari di royalties, con l'italiano che supera per la prima volta quel traguardo. Nel 2017 c'erano riusciti solo inglese e spagnolo.
L'ascesa degli indipendenti, poi, è costante. Artisti ed etichette non mainstream nel corso dell'anno hanno generato collettivamente più di 5 miliardi di dollari (pari a metà del totale), contando che Spotify rappresenta circa un terzo dei ricavi totali da streaming (IFPI) e oltre il 50% da streaming degli Indipendenti (MIDiA). Merito, anche, della marea crescente dello streaming: in dieci anni, dal 2014 al 2024, i pagamenti annuali di Spotify all'industria musicale sono aumentati di 10 volte, da un miliardo a oltre dieci. E la platea di artisti che vanno a guadagnare sempre di più si allarga: il numero di coloro che generano royalty ad ogni livello - da 1.000 a 10 milioni di dollari all'anno - è almeno triplicato dal 2017. Ovvero, dieci anni fa, il nome più popolare su Spotify generava poco più di 5 milioni di dollari. Oggi, ci sono oltre 200 artisti che hanno superato quella soglia. Il paradosso? Lo streaming ha permesso a milioni di persone di condividere facilmente la propria musica a livello globale, ma l'enorme volume di uploader fa sì che la frazione di chi trova il successo appaia più piccola nel corso del tempo. Anche se, democraticamente, chiunque può generare royalties in qualunque momento della sua carriera. Ed è record anche per gli autori con quasi 4,5 miliardi di dollari versati ai titolari dei diritti (che rappresentano i compositori) negli ultimi due anni. Mentre il pagamento dei diritti editoriali ha raggiunto un nuovo picco nel 2024, con una crescita percentuale a due cifre sul 2023.
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