di Federica Acqua
Madama Butterfly di Puccini è
tornata ieri sera, 6 dicembre, ad emozionare nel centenario
della morte del compositore il pubblico che affollava il Teatro
delle Muse di Ancona, accolta da sette minuti di applausi. Lo ha
fatto grazie a un cast di prim'ordine, amalgamato in tutte le
sue parti, in cui ha spiccato il soprano Myirtò Papatanasiu al
debutto nel ruolo di Cio-Cio-San, e all'impeccabile direzione
del maestro Francesco Angelico (entrambi salutati da ovazioni),
sul podio dell'Orchestra Sinfonica Gioachino Rossini e del Coro
Lirico Marchigiano Bellini preparato da Francesco Calzolaro. Un
successo a cui ha contribuito a dare efficacia e chiarezza
l'ambientazione tradizionale giapponese con la regia della
scomparsa cantante Renata Scotto, nel riallestimento del suo
collaboratore Renato Bonajuto.
Una sfida vinta sia per Papatanasiu, la cui vocalità è stata in
grado di accompagnare magistralmente il cambiamento anche
psicologico della protagonista da ingenua sposa quindicenne a
donna disillusa e tradita, donando al personaggio la ieraticità
dei gesti giapponesi e l'elegante bellezza della sua sottile
figura, sia per Angelico, musicista attivo prevalentemente
all'estero, che con Butterfly debutta nella sua prima opera
lirica in Italia. Una direzione la sua, che aveva annunciato
voler essere 'trasparente' nello sviscerare l'estrema ricchezza
della partitura in cui si riflettono tutte le inquietudini degli
albori del '900, e 'lineare' nell'esprimere il rapporto tra le
voci e l'orchestra, che ha colto nel segno.
A fare da cornice alla vicenda della geisha poco più che
bambina, sposata per gioco e voluttà dal tenente senza scrupoli
della Marina Americana Pinkerton, a cui sacrificherà famiglia,
affetti, e religione, è una 'casetta' giapponese realizzata su
pancali di legno, con pannelli finemente decorati a motivi
floreali e lunghe finestre vetrate da cui si scorge un ciliegio
in fiore. Un allestimento fisso ed essenziale, curato da Laura
Marocchino e proveniente dal Teatro Coccia di Novara, abbinato
ai raffinati costumi di Artemio Cabassi, che scandisce (per tre
anni) l'attesa della giovane dello sposo, che l'ha abbandonata
dopo le nozze e tornerà con la 'vera moglie americana' per
riprendersi il figlio che nel frattempo ha partorito. Il sogno
infranto non solo di un amore, ma di una vita migliore, che
antepone anche nelle movenze dei protagonisti la protervia
colonialista dell'Occidente alla delicatezza orientale, fino al
suicidio di Batterfly, che ha perso tutto. Ad accompagnarla nel
suo percorso di sofferenza ci sono la fida cameriera Suzuki,
interpretata con perfetta adesione al ruolo da Manuela Custer,
così come lo sono le prove degli altri due protagonisti, Sergio
Vitale (Sharpless) e l'appena trentenne Giuseppe Infantino
(Pinkerton), promettente tenore dal bel timbro vocale. Bravi e
in parte anche gli altri membri del cast: Raffaele Feo (Goro),
WooSeoc Choi (Principe Yamadori), Yongheng Dong (lo zio Bonzo) e
Valentina Dell'Aversana (Kate Pinkerton), assieme a Rza
Khosrovzade (Commissario imperiale) Alessandro Pucci,Valentina
Chiari, Tamara Uteul. Applauditissima anche la piccola Ashlly
Perez, nelle vesti del figlio di Butterfly, un'attrice nata.
Co-prodotta dal Teatro dell'Opera Giocosa di Savona e dalle
Fondazioni Teatro delle Muse e Rete Lirica delle Marche, l'opera
si replica l'8 dicembre alle 16,30.
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