Il tempo. Gira tutto intorno al tempo il nuovo album di Mr. Rain, dal titolo Pianeta di Miller, in uscita il 1 marzo (Warner Music Italy). "Vivo a un tempo diverso rispetto al resto del mondo - racconta l'artista 32enne, reduce dalla seconda partecipazione consecutiva al festival di Sanremo -. Sono sempre proiettato nel futuro o nel passato, come se non riuscissi a godermi il momento. Il tempo è la mia più grande incognita, ho paura di non godermelo al 100%. Mi affascina e allo stesso tempo mi spaventa". Anche il titolo rimanda alla stessa questione: "È una citazione dal film Interstellar, forse il mio preferito, in cui il protagonista viaggia ad una velocità diversa, più lenta". "Non posso controllare il tempo, ma posso scegliere come viverlo", fa dire nell'album alla voce italiana di Matthew McConaughey, Francesco Prando.
E poi il pianeta di Miller è un pianeta formato solo da acqua, "e quindi ha a che fare molto con me". Mr.Rain infatti, come ha spiegato spesso, ha scelto il suo nome d'arte per la sua attitudine a scrivere nelle giornate di pioggia. L'album, il quinto della sua carriera, è la sintesi degli ultimi due anni, quelli che hanno cambiato la sua vita. "Era il tempo giusto che ci voleva per raccontare quello che sentivo. È forse il disco più importante, che porta con sé i due brani di Sanremo". L'anno scorso Mr.Rain fu la sorpresa del festival con Supereroi che arrivò terza, quest'anno ha cercato di bissare con Due Altalene, arrivata però diciassettesima. "Io ho vissuto le due partecipazioni allo stesso modo: il mio scopo è portare la mia musica, non andare per gareggiare. Non mi interessa né il terzo né il 17/o posto. La vittoria è cercare di toccare il cuore delle persone e quello l'ho fatto. Sanremo ha cambiato la vita perché mi ha cambiato la visione del mondo, ho scoperto di avere un ruolo, di essere utile". Tra le collaborazioni presenti nel disco, quella con Sangiovanni, che dopo essere salito anche lui sul palco dell'Ariston ha annunciato uno stop e la volontà di prendersi cura di sé. "Lo capisco - dice ancora l'artista di Desenzano del Garda, 18 dischi di platino e 6 dischi d'oro all'attivo -. Tre anni fa, prima di Fiori di Chernobyl, ho fatto la stessa cosa. Un anno e mezzo di stop e di allontanamento dalla musica perché avevo bisogno di ridisegnare le mie priorità, di chiedere aiuto, di mostrarmi fragile. Sangio, al quale ho già fatto sentire la mia vicinanza, ha fatto la scelta migliore".
Il dito lo punta contro un sistema che fagocita tutto e tutti: "Viviamo in una società, in particolare nel mondo della musica, in cui siamo sottoposti a forti pressioni che ti rendono schiavo di un sistema. Devi essere sempre sulla cresta dell'onda, sfornare un album ogni sei mesi, un singolo ogni due. Nuoce alla tua salute, alla persona e anche alla musica. Incide sulla qualità della vita e delle persone". Il mondo discografico, sostiene, "va troppo veloce per mantenere una qualità alta della musica, ogni artista dovrebbe essere messo nella condizione di poter vivere per potere scrivere quello che impara e scopre". Lui il tempo se lo è preso con Pianeta di Miller, riscoprendo anche il piacere nello sperimentare e nel fare musica suonata. "A differenza dei miei precedenti lavori, questo è un disco vario, sono andato alla ricerca di tanti sound diversi e ogni canzone è un pianeta a sé. Continuerò su questa strada senza pensare troppo a cosa voglio fare, voglio semplicemente vivere".
La priorità al suono è stata anche una scelta in vista dei live in autunno. A novembre, infatti, ad attenderlo c'è il suo primo tour nei palasport, al via il 9 novembre da Ancona (poi il 13 novembre Montichiari, il 15 novembre Padova, il 26 novembre Roma, il 28 novembre Firenze, il 30 novembre Milano). "Non voglio serate karaoke, ma voglio far conoscere ancora di più Mattia (il suo nome all'anagrafe, ndr). Sarà un'esperienza collettiva".
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