Promette di essere una "stagione di grandi direttori" quella che si aprirà ufficialmente alla Scala il prossimo 7 dicembre con il Don Carlo di Verdi, con sul podio il direttore musicale Riccardo Chailly, la regia di Lluis Pasqual e un cast stellare, che include Anna Netrebko, René Pape e Luca Salsi. Così l'ha definita alla presentazione il sovrintendente del teatro, Dominique Meyer, che ha anche tenuto a fare il punto sui traguardi raggiunti dalla Scala nonostante le difficoltà dovute al covid, alla guerra e all'inflazione. "Il teatro è ben gestito, con i conti in ordine, che guarda avanti" ha sintetizzato il sindaco Giuseppe Sala, citando la nuova piattaforma streaming, i lavori ormai conclusi alla palazzina Verdi, che permetterà fra l'altro di ampliare il palcoscenico, e il progetto della cittadella della musica che sarà realizzato nell'area di Rubattino. Meyer ha evitato polemiche sulla sua ormai difficile conferma nel 2025, quando scadrà il suo contratto, ma ha rivendicato i risultati raggiunti, che sono tanti, a partire dal provvidenziale lavoro sul risparmio energetico che ha permesso, prima dell'aumento dei prezzi, di ridurre del 22% il consumo di gas e del 15% di quello di energia. Dal punto di vista dei conti nel 2023 ci sarà un record di finanziamenti da parte dei privati, che arriveranno a 43 milioni, e continuano ad aumentare abbonati e ricavi da biglietteria, che nel primo quadrimestre sono stati un milione 400 mila euro. Ma la vera novità riguarda il pubblico, che si scopre è giovane. "Uno spettatore su tre ha meno di 35 anni - ha sottolineato Meyer - ci sono più spettatori sotto i 35 anni che sopra i 55 e questo mi fa molto felice". Questa Scala giovane per l'anno prossimo presenterà 14 opere, 9 balletti, recital di canto, concerti straordinari e non.
Riccardo Chailly oltre a Don Carlo dirigerà La rondine di Puccini, tre concerti nella stagione sinfonica, uno dei quali co le Gurre-Lieder di Schoenberg per il 150mo della nascita, m anche tre concerti straordinari, con la Messa da Requiem di Verdi nella basilica di San Marco, a 150 anni esatti dalla prima esecuzione, uno per il bicentenario della Nona di Beethoven e uno per il centenario della morte di Puccini con le star Netrebko e Jonas Kaufmann (senza contare le tournée all'estero a partire da quella con Coro e Orchestra che ha tappe nei teatri di mezza Europa). Un altro Riccardo, Muti, tornerà il 27 gennaio con la Chicago Symphony, anche se la speranza di Meyer è di riuscire a convincerlo a dirigere anche un'opera o comunque l'orchestra della Scala prima o poi. Intanto nell'opera debutta la figlia, Chiara, che curerà la regia di Guillaume Tell, diretto da Michele Mariotti. Lorenzo Viotti sarà in buca per Simon Boccanegra nell'allestimento di Daniele Abbado, Alain Altinoglu dirigerà Werther, Daniel Harding un nuovo allestimento di Davide Livermore di Turandot. Donato Renzetti si occuperà del Cappello di Paglia di Firenze di Nino Rota, Thomas Guggeis della ripresa del Ratto del serraglio con la regia di Giorgio Strehler, Gianpaolo Bisanti invece di quella di Cavalleria Rusticana e Pagliacci firmata da Mario Martone. Tornerà Don Pasquale, mentre è nuova la regia di Médée affidata a Damiano Michieletto con la bacchetta di Michele Gamba. L'Orontea, nuova regia di Robert Carsen, sarà affidata a Giovanni Antonini, esperto del barocco, mentre debutterà alla Scala con Der Rosenkavalier Kirill Petrenko, attuale direttore musicale dei Berliner. La stagione si chiuderà con Das Rheingold, diretto da Christian Thielemann con la regia di David McVicar, coppia che insieme firmerà l'intera tetralogia dell'oro del Reno di Wagner entro il 2026, quando tutte e quattro le opere saranno eseguite insieme. Il ballo inaugurerà la stagione con una nuova produzione di Coppélia, la ripresa di Madina con Roberto Bolle, la conferma del Gala Fracci. Ma non finiscono qui i nomi prestigiosi che passeranno alla Scala dai direttori Ingo Metzmacher e Myung-Whun Chung, a musicisti come Marta Argerich e Maurizio Pollini a cantanti come Lisette Oropesa a Juan Diego Florez. "Siamo sereni e lavoriamo - ha concluso Meyer - cercando di assicurare alla Scala i più grandi artisti del mondo". Vedere per credere.
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