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Max Pezzali, il Circo Massimo vale 30 anni di carriera

Max Pezzali, il Circo Massimo vale 30 anni di carriera

Il 2 settembre unico live. "Non sento la necessità di un album"

ROMA, 24 maggio 2023, 19:00

di Claudia Fascia

ANSACheck

Max Pezzali - RIPRODUZIONE RISERVATA

Max Pezzali - RIPRODUZIONE RISERVATA
Max Pezzali - RIPRODUZIONE RISERVATA

Arriva in Campidoglio in sella alla sua Harley-Davidson, "l'unico modo in cui ho sempre vissuto Roma", accolto da giovani fan increduli che chiedono - accontentati - selfie a ripetizione. "Ancora oggi è proprio questo quello che mi stupisce: che ragazzini di 15 anni riempiano i miei concerti e cantino le mie canzoni, brani che hanno avuto successo ben prima che loro nascessero. C'è la nostalgia diffusa un tempo passato in cui le cose erano più semplici, in cui ancora l'analogico aveva il sopravvento sul digitale". Max Pezzali spiega così un successo live nell'ultimo anno che ha stupito prima di tutto lui stesso: oltre 30 date sold-out nei palazzetti, che hanno seguito il doppio appuntamento da 120mila persone allo stadio San Siro di luglio scorso e ora la conclusione delle celebrazioni dei 30 anni di carriera con Circo Max, un live al Circo Massimo di Roma il 2 settembre, unico appuntamento dell'estate. "Il primo sogno straordinario è stato San Siro. Ora il Circo Massimo è un altro sogno alla pari: uno dei luoghi più importanti del mondo - racconta Pezzali -. Per me, dopo che fai il Circo Massimo puoi smettere il giorno dopo: vale 30 anni di carriera. E c'è la bellezza di poter condividerlo con altri che hanno fatto lunghi pezzi di strada con me: gli Articolo 31 e Paola e Chiara. Poi Colapesce Dimartino, Dargen D'Amico, Lazza, Sangiovanni".

Spazio anche per un dj time con Albertino, Fargetta, Molella, Prezioso. "Sarò sul palco già dal tardo pomeriggio. In stile Jovanotti? Non proprio, noi siamo molti più coatti", scherza il cantautore che spiega la longevità della sue canzoni "alla loro ingenuità". "Io rappresento un modello facile. Io e Mauro Repetto (vedremo se riuscirà ad esserci il 2 settembre), 30 anni fa con gli 883, eravamo due ragazzi di provincia, due tipi normali. Non sono un fenomeno e vengo amato per quello. Un po' il concetto 'se ce l'ha fatta lui...'". Il Circo Massimo è il modo anche per omaggiare la città in cui ha vissuto per lunghi periodi e dove è nato suo figlio. "Da Roma ho imparato la filosofia dello 'sticazzi. A Milano sembra che il mondo dipenda da te. Ti senti in colpa per tutto, anche dell'estinzione dell'umanità. A Roma c'è la consapevolezza che esistono cose sulle quali non hai il controllo e a quel punto: 'sticazzi". Un po' la risposta che forse vorrebbe dare quando gli viene chiesto del confronto con Bruce Springsteen che proprio al Circo Massimo si è esibito qualche giorno fa (non senza polemiche per non aver fatto nessun riferimento alla tragedia dell'Emilia-Romagna). "Ognuno va sul palco a raccontare la sua storia. Non ti puoi confrontare con quel livello lì, ma puoi comunque dire la tua, giocare la tua partita. E sul fatto che non abbia detto niente sull'alluvione non lo biasimo, non credo fosse consapevole. Io al concerto di beneficenza il 5 agosto? Decideremo nei giorni a venire".

Invece è netto sul festival di Sanremo: "no, no. È roba da centometristi che danno tutti in tre minuti, io sono più per la lunga distanza". La dimensione live gli ha fatto tornare anche la voglia di scrivere, dopo l'impasse creativa che gli aveva lasciato il covid: "mi diverto, ma non devo fare un disco per forza. Nel senso che mi chiedo: nel 2023 esiste un senso per un album di Max Pezzali? E se anche fosse, qualcuno è interessato? Ormai pubblicare dischi non è più un obbligo morale o una conditio sine qua non come quando ho iniziato. L'obiettivo per un artista è scrivere una canzone che rimanga. Dopo che lo ha fatto di scriverne un'altra. A livello autorale, direi che posso considerarmi soddisfatto".

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