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Jo Squillo racconta, prendevo lezioni da Stratos

Jo Squillo racconta, prendevo lezioni da Stratos

L'ex Kandeggina Gang presenta a Milano la serata Cramps records

MILANO, 31 marzo 2023, 20:01

di Gioia Giudici

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Tutti la ricordano per l'inno 'Siamo donne', presentato nel 1991 a Sanremo con Sabrina Salerno, ma c'era un tempo in cui Jo Squillo era la leader delle Kandeggina Gang, prendeva lezioni di canto da Demetrio Stratos e cantava brani provocatori come 'Violentami'. Erano gli anni degli Area, degli artisti della Cramps, la casa discografica fondata nel 1972 da Gianni Sassi, che il 6 aprile verrà celebrata nella serata evento 'Cramps records 1972 - 2022", presentata proprio da Jo Squillo, che oggi guida la onlus Wall of dolls e Tv moda. Sul palco del teatro Lirico Giorgio Gaber ricorderanno quegli anni Patrizio Fariselli Area Open Project in quintetto, Eugenio Finardi, Carlo Boccadoro, gli Skiantos, Lucio Fabbri & Friends e, ovviamente, Jo Squillo, antesignana italiana del punk, tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli '80. Proprio nel 1980 incise il suo primo 45 giri che conteneva le canzoni "Sono cattiva" e "Orrore".
"Avevo solo quelle canzoni, ma erano di impatto, le ho cantate - ricorda oggi Jo - in una serata organizzata a favore di uno della Cramps e mi hanno chiesto il bis, allora Gianni Sassi mi ha raggiunta in camerino e mi ha chiesto di fare un disco con loro per la collana rock 80". "Erano anni - continua la cantautrice - di messa in discussione, di invenzione, non c'erano donne che cantavano e io cantavo 'violentami piccolo sul metro' con i capelli verdi, disegnandomi magliette e scarpe. Eravamo un gruppo sbiancante e nocivo e nascere in una factory come la Cramps è stato significativo, Sassi era magnetico, aveva una visione, un progetto e mi ha insegnato la commistione di generi". "Io intanto - racconta l'artista - avevo organizzato manifestazioni provocatorie al centro sociale Santa Marta dove mi faceva lezione Demetrio Stratos, che mi ha insegnato a usare la voce. Avevamo raccolto dei fondi per le cure e quando è morto abbiamo fatto un concerto memorabile al'Arena e c'eravamo tutti, l'arte e la musica allora facevano parte del linguaggio comune di chi non voleva essere omologato dalla tristezza delle pistole e della droga di quegli anni". Un'esperienza che - riflette - "mi ha insegnato a non fermarmi mai, a cercare sempre qualcosa di diverso. Oggi è tutto basato sui soldi e l'omologazione: quella dedicata alla Cramps è una serata importante perché non era il business a muoverci. Il 'no future' era un invito a prendere in mano il futuro e crearselo, io sono diventata una cantante e artista, uso l'arte per portare avanti le battaglie che fanno parte del mio senso di giustizia, quello che potrebbero fare i giovani di oggi: incanalare la loro ribellione e spaccare il muro di perbenismo". Proprio come faceva lei cantando 'violentami sul metrò', un brano scritto dopo un caso di cronaca, che "ribaltava la figura delle donne che non volevano essere vittime". Lo stesso impegno che da 8 anni porta avanti con Wall of dolls, la onlus con cui dà aiuto alle donne vittime di violenza. Durante la pandemia ha spopolato sui social con 'Jo in the house': "musica felice per portare un po' di gioia, una lavatrice dell'anima che - conclude - elabora le lacrime in sorriso".

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